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106 argonautica.

     Nautico palo di selvaggio olivo
     Frondeggiante verdeggia. E se ancor questo
     Col favor delle Muse io cantar deggio,
     1135Dirò che Febo apertamente impose
     A’ Beoti e Nisei render di culto
     Onoranza al sepolto, e una cittade
     Fondar là intorno all’oleastro antico;
     E quei, mutato al Divo Idmone il nome,
     1140Agamèstore ancor van celebrando.
Ma chi altri morì? poichè d’un altro
     Morto compagno alzâr gli eroi la tomba,
     E due tuttor funerei monumenti
     Appajon quivi. — Anco l’Aguìade Tifi
     1145Fama è ch’ivi cessò: non era a lui
     Dato da’ fati il navigar più lunge.
     Breve morbo il sopì d’eterno sonno
     Quivi lontan dal patrìo tetto, intanto
     Che de’ Minii lo stuolo esequïava
     1150D’Abante il figlio. Per tanta sventura
     Prese tutti gran duolo; e poi che tomba
     Diêro a lui presso all’altro, in faccia al mare
     Caddero in abbandono, e taciturni,
     Stretto il corpo ne’ pallii, nè di cibo
     1155Più ad alcun sovvenìa, nè di bevanda,
     E di tristezza si struggean; chè molto
     Già la speranza del tornar lontana.1
     E durati in quel cruccio, in quella cura
     Sarìan più ancor, se non che Giuno infuse

  1. Var. al v. 1157. Si féa la speme del tornar lontana.