Cavernoso gran fiotto alto levarsi;
E il naviglio sovr’esso ruzzolando, 800Come cilindro, impetuosamente
Scorse; ma l’onda vorticosa il tenne
Fra le due Cianée che d’ambo i lati
Scotendosi fremeano; e in mezzo stava
Impacciata la nave. Allor Minerva 805Con la man manca dalle scabre rupi
Disimpedilla, e con la destra al corso
Fuor ne la spinse, onde leggiera e celere
Scampò, siccome alato stral per l’aere;
Se non che quelle immantinenti entrambe 810Riserrandosi insieme, il lembo estremo
Le cimâr dell’aplustro. Al ciel Minerva
Risalì, poi che i Minii usciron salvi;
E que’ scogli poi sempre in un congiunti
Poser ferme radici: era di numi 815Fisso così tosto che in nave alcuno
Fosse vivo passato in mezzo ad essi.
Dalla fredda paura i naviganti
Respiraron, l’aperto aere veggendo,
E l’ampia insieme di quel mar distesa; 820Chè argomento facean d’esser dall’Orco
Salvi scampati; e Tifi il primo a dire
Incominciò: Ben or m’avviso al certo
Esser noi con la nave in salvamento;
Nè merto altri ha di ciò quanto Minerva, 825Però ch’essa alla nave una divina
Forza inspirò, mentre a chiavarne insieme