E i più gioveni intanto una gioconda
Cena apprestâro; e ben cenato poi,
Altri presso alle amarre insù la spiaggia,
Altri raccolti nelle regie case, 665Adagiaronsi al sonno. Al dì novello
L’aure etesie soffiâr, che sovra tutta
Spiran la terra per voler di Giove;
E la cagion di quel voler fu questa.
A’ tempi antiqui una Cirene è fama 670Che nelle lande del Penéo le agnelle
Guardava al pasco; e il suo virgineo fiore
E serbar lo suo letto immacolato
Le piacea: ma la vide in ripa al fiume
Pascer la greggia Apollo, e via rapita, 675Lungi d’Emonia, a custodir la diede
Alle Ninfe di Libia abitatrici
Presso al monte Mirtosio. Ivi ella a Febo
Aristeo partorì, cui Nomio e Agreo
Appellano gli Emonii; e Febo lei, 680Per l’amor che n’avea, Ninfa esser fece
Di lunga vita, e cacciatrice, e il figlio
Infante ancora ad allevar nell’antro
L’asportò di Chirone. Adulto poi,
Nozze a lui procurâr le dive Muse, 685E de’ morbi la cura, e la scïenza
Gl’insegnâr de’ profeti, e il fecer capo
De’ greggi lor quanti pascean di Ftia
Nell’Atamanzio campo, e intorno all’alto
Otri e del sacro Assidano alle sponde.