Conturbato la mente, a lui sì disse: 550Buon vecchio, a noi ben del passaggio nostro
Disegnasti la mèta, e in qual segnale
Fidar dobbiam di valicar nel Ponto
Fra i due temuti orridi scogli. Or io,
Se da quelli tornar salvi n’è dato 555Di Grecia ai lidi, udir da te vorrei,
E che far deggio, e come ancora, ignaro
Del cammino, rifar tanto viaggio
Con gl’ignari compagni? Ed Ea di Colco
Del mare è posta e della terra in fondo. 560Gli fe’ il vecchio risposta in questi accenti:
Figlio, com’abbi degl’infesti scogli
Trapassato il periglio, animo prendi;
Poichè, d’Ea ritornando, al tuo cammino
Fia guida un nume, e per andarne ad Ea 565Molti saranno insegnatori e duci.
Ma oprate, amici, a procacciar lo scaltro
Di Venere favore: il glorïoso
Fin de’ vostri cimenti è posto in lei.
Altre di ciò più non mi fate inchieste. 570Tacque a tanto; e là presso, ecco, del trace
Borea i due figli per l’aere calando
Posan su ’l suolo le veloci piante.
Surser gli eroi dai seggi lor, veggendo
Giunti i divi garzoni; e Zete ad essi 575Di saper desiosi, ansante ancora
Ed anelante ancor del faticoso
Corso, narrò quanto lontan le Arpie