Le correnti si versano dell’Ali;
E presso a quel, ma minor fiume, al mare
L’Iri si volve con sue bianche spume. 495Grande un cubito poi sorge di terra,
E la foce è colà del Termodonte,
Che per late campagne trascorrendo,
In un golfo tranquillo appresso al capo
Temiscirèo poi cade. È la pianura 500Là di Deante, e tre città vicine,
Delle Amazoni stanza. Abitatrice
Segue di poi d’un’aspra terra indoma
La più di tutte miseranda gente
De’ Calibi operosi, a cui del ferro 505È commesso il lavoro. I Tibareni
Ricchi d’agnelli han quivi presso albergo,
Di là dal capo Genetéo che sorge
Sacro a Giove Ospitale. A’ lor confini
In selvoso paese a piè de’ monti 510Entro torri di quercia i Mossineci
Fanno soggiorno. Oltre passando, ad una
Piana isola afferrate, ogni arte quivi
Adoprando a cacciarne i sozzi augelli
Infestanti con numero infinito1 515Quelle sponde deserte. Ivi di Marte
Un marmoreo delubro Antíope e Otrera,
Amazoni regine, eresser quando
Là poser campo. E là dal mare a voi
Giovamento verrà grande, insperato;