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82 argonautica.

     In ira ei m’hanno: ir non osate innanzi
     Senza l’augurio di quel vol felice.
     465Ma tal sarà, qual esser dee, l’evento.
     Che se l’urto scansar di que’ cozzanti
     Scogli potrete, e salvi entrar nel Ponto,
     Tosto a destra tenete, ove la terra
     È de’ Bitinii, e non radete i lidi,
     470Fin che lo sbocco del veloce Reba
     Oltrepassato, e rigirato intorno
     Il Capo Nero, giungerete al porto
     Dell’Isola Tineide. Al lido opposto
     De’ Mariandini per cammin non molto
     475Verrete poi: quivi è la scesa a Dite,
     Ed alto sorge l’Acherusio capo,
     Cui dal piede fendendo il vorticoso
     Acheronte, da cupa ampia vorago
     Getta fuor l’onde sue. Quinci da presso
     480Costeggerete i molti colli intorno
     De’ Paflagóni, a cui signor primiero
     Fu Pelope Enetéo, dello cui sangue
     Esser quelli si vantano. A rincontro
     Poi dell’Orsa maggiore è una gran rupe
     485Con altissima punta, e di Carambi
     Nome le danno; e tanto in mar s’eleva
     Su verso il Ciel, che intorno alla sua vetta
     Vanno a spezzarsi d’Aquilone i turbini.
     Rivoltato quel capo, una si stende
     490Lunga spiaggia, e nel fin di quella spiaggia
     Su la riva sporgente impetuose