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PREFAZIONE

DEL VOLGARIZZATORE





Se nelle opere umane si dovesse considerare solamente la necessità, cioè soltanto quello che strettamente abbisogni alla vita, molto sarebbe da togliere siccome superfluo, anzi dannoso: laonde rivolgendo il pensiero all’argomento del presente libro, che per certo non risguarda il bisogno ma più presto l’eccesso, quasi che sembrerà a’ giorni nostri una inutilità, considerando che adesso si comanda poco riguardo ai sensi e molto allo spirito. Ma, per vero dire, le parole sono magnifiche; le quali però poco appresso sono smentite dai fatti: imperciocchè, siccome di presente si dettano leggi severe per la castità della poesia, e molte opere pure vi sono, che imprecando l’abuso della pittura, imperano si rivolga la mente e la mano a Giotto ed al Beato Angelico, e con tutto ciò si veggono ogni dì poesie idropiche e strani e tisici dipinti; così a dispetto di tutte le maledizioni contra il soverchio nei cibi, contra le indulgenze alla gola, non sono rari gli Apicii; anzi per contrapposto ai precetti si fanno continuamente di pubblica ragione opere che la gola favoriscono a meraviglia.

Che se i propugnatori dello spirito trovino quasi che una perversità quest’opera, ed ei la lascino cheta da un canto, e seguitino le contumelie contra ciò che è, non contra quello che fu; chè noi staremo contenti del loro oblìo e del loro disprezzo.