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R. Già l'abbiam detto, che non vi sarà altra distinzione, che la Virtù; dunque tutti saranno egualmente puniti. Un ricco non potrà impunemente insultare il povero, nè vi saranno più prepotenti, che impununente possino trasgredire le Leggi.
D. E gli impieghi saranno forse accordati a tutti i Cittadini?
R. A tutti indistintamente purché sieno virtuosi, e capaci. Il Popolo nomina i suoi Rappresentanti, ed essi poi nominano que’ Cittadini che meritano la sua confidenza per i loro talenti, e per le loro virtù.
D. Vorrei sapere se l'Eguaglianza dispensa da ogni atto esteriore?
R. Nò; perchè questa eguaglianza non vi dispensa dalla gratitudine, e dall'ubbidienza che dovete a chi vi è superiore o per i rapporti di natura, o per gli ordini della Società, o per la condizione in cui voi medesimi vi siete posti.
D. Datemi di ciò qualche esempio?
R. Un figliuolo non è certamente uguale al suo genitore, un soldato al suo Capitano, il domestico al capo di famiglia, perciò e il figlio, e il soldato, ed il domestico, devono al genitore, al capitano, al capo di famiglia mostrar un onesta dipendenza.
D. Dunque questi superiori, infrangono la leggi dell'uguaglianza, riguardo a’ lor dipendenti?
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