dovettero cederla a Mastino della Scala signor di
Verona il 1335. Sei anni vi comandò Mastino;
chè nel 1341 la vendè al Comune di Firenze per
centomila fiorini. Ingelositi i Pisani di tale acquisto
fatto dagli emuli Fiorentini, gli costrinsero
per via dell’armi a ceder loro Lucca il 1342; e
la tennero sino al 1369 sotto colore di fratellanza,
ma in fatto da padroni con gravarla di
pesi ognor crescenti. Fu quest’anno un’epoca per
Lucca, avendola Carlo quarto liberata dalla dura
soggezione di Pisa, mosso specialmente dall’oro
che i Lucchesi gli prodigarono. Padrone diretto
e utile del nostro paese, com’ei si disse, a principio
tutto qua facevasi per ordine suo da un vicario,
fino la nomina dei magistrati: e nondimeno i
nostri padri chiamarono libertà il servire a Cesare;
tanto aveva pesato su di essi il dominio pisano.
E vero poi che un anno dopo, cioè il 1370,
lo Imperatore permise ai Lucchesi che si governassero
a modo loro, col trasferire il titolo e l’autorità
di vicario dell’impero al magistrato supremo
del paese; laonde l’ordine repubblicano riprese
allora libera la sua forma, che non fu dismessa ancora
nella servitù quantunque riuscisse una mera
apparenza. Ma le gare cittadine per la elezione
dei maestrali alterarono spesso la concordia durante
lo spazio di trent’anni. Fu chi ne trasse