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SPU — 964 — SQU


spostare. || Danneggiare, sbilanciare. P. pass. spustatu: spostato.

Spusu. s. m. Quegli che novellamente è ammogliato: sposo. || E anco semplicemente: promesso sposo. || Prov. tintu linu tintu marinu, tinta dda casa chi spusu nun ha, e qui sposo sta per capo della famiglia, l’uomo.

Sputacchiari. v. intr. Sputar sovente, ma poco alla volta: sputacchiare.

Sputalora. V. sputera.

Sputari. v. intr. Cacciar fuori saliva, scaracchio o altro: sputare. || Per sim. mandar fuori dalla bocca checchessia con impeto: sputare. || Per disprezzare. || sputarili, detto di frutta, fiori ecc. gettarli pria che maturino. || nun ci sputari, non aver a vile, non disgradire: non vi sputar su. E vale anche star al paragone. || sputari sintenzi, profferir sentenze con affettazione, e dove non occorre: sputar sentenze. || sputari ’nta la facci ad unu, fargli ingiuria, offenderlo. || sputa e jetta, propriamente si dice a un pesciatello vile e pieno di lische; ma si dice anco a uomo dappoco; o a un saccentuzzo. || sputari tunnu, ostentar gravità: sputar tondo. || Prov. cu’ sputa ’n celu (o all’aria) ’n facci cci torna: chi sputa in su, lo sputo gli torna sul viso; si dice di chi offende Dio, o persone altamente degne, a cui tali ingiurie non arrivino.

Sputariari. v. intr. Sputar frequente: sputacchiare.

Sputarizzu. s. m. Lo sputacchiar frequente, e quantità di sputi.

Sputarola. V. sputalora.

Sputasintenzi. V. in sputari.

Sputatizzu. add. avv. Vile, spregiato.

Sputatu. add. Da sputare: sputato. || Vile, abietto, disprezzato. || è iddu sputatu, è proprio egli o somigliante a lui: essere o parere una tal cosa o persona pretta e sputata, o tutta sputata.

Sputatunnu. V. in sputari.

Sputazza. s. f. Umore acquoso che continuamente si preme dalle glandole della bocca, e che aiuta la digestione: saliva. || La saliva che si caccia dalla bocca sputando: sputo. || mettiri la sputazza a lu nasu ad unu, superarlo: farci stare ad uno, far la barba ad uno (Pauli). I Francesi dicono au nez de quelqu’un. || fari sputazza, parlar molto e inutilmente. || nun è sputazza di lu so stomacu, dicesi a chi parla per indettamento altrui, o non ispontaneamente o per convinzione propria. || essiri tuttu sputazza, dicesi di uno smargiasso a chiacchiere.

Sputazzaru. add. Che sputa sovente: sputajuolo.

Sputazzata. s. f. Sputo, sputacchio. || Piccolissima quantità di cosa liquida: centellino, zinzino.

Sputazzatedda. dim. di sputazzata: sputetto.

Sputazzatuna. accr. di sputazzata: sputacchio.

Sputazzedda. dim. di sputazza. || Sputetto. || fig. Desiderio, pretensione. Onde fari la sputazzedda, desiderare, appetire checchessia: venir l’acquolina in bocca. || aviri la sputazzedda ’ntra ’na cosa (Catania) avere, entrare in desiderio di ottenere, di riuscire in qualche affare: venir talento o voglia di checchessia; famil. aver la formica di checchessia.

Sputegghietta. V. in sputari.

Sputera. s. f. Sorta di vaso da sputarvi entro: sputacchiera.

Sputirari. V. spusissari da putiri (Pasq.).

Sputistari. v. a. Torre la podestà, privare: spodestare, spotestare. || rifl. a. Spodestarsi. || Prov. cu’ pri figghi e figghiastri si sputesta, pigghia ’na mazza e daccilla ’n testa, e ciò forse per la ingratitudine che potrebbero avere i figli verso il padre.

Sputramentu. s. m. (Spat.) Lo scozzonare.

Sputrari. v. a. Domare, ammaestrar i cavalli o le altre bestie da cavalcare: scozzonare. || met. Dirozzare alcuno non pratico: scozzonare. P. pass. sputratu: scozzonato.

Sputrata. s. f. L’atto e l’effetto dello scozzonare, dirozzamento: scozzonatura.

Sputrunarisi. v. intr. pron. Lasciar la poltroneria: spoltrirsi.

Sputu. s. m. Saliva che si caccia dalla bocca; e l’atto dello sputare: sputo.

Spuzzari. v. intr. (Pasq.) Puzzare: spuzzare. || Levar il puzzo: disinfettare (Scob.).

Squacinari. v. a. Levar la calcina da’ muri guastando l’intonaco, o da altre cose che contengano calcina: scalcinare. P. pass. squacinatu: scalcinato.

Squacisi. s. m. Scaglia di legno che resta quando si taglia un albero o che: stiappa.

Squàcquara. s. f. Sterco liquido: squacchera.

Squacquaramentu. s. m. L’aprirsi, lo allargarsi fuor di modo: squarciamento.

Squacquarari. v. a. Allargare sformatamente: squarciare (met.). || V. squatraciari. || Spalancare, scombussolare: squinternare.

Squacquaratamenti. avv. Aperto sformatamente: squarciatamente (Mal.). || Sconciamente: squacqueratamente.

Squacquaratu. add. Allargato sformatamente: squarciato. || Squinternato. || Detto di voce dissonante, discorde, sconcio: squacquerato.

Squadamentu. s. m. Lo scaldare: scaldamento. || Scottamento. || Arrabbiamento.

Squadari. v. a. Indurre il caldo in checchessia, e per lo più per mezzo dell’acqua bollente: scaldare. || Far cottura in un corpo: scottare. || L’effetto che il soverchio caldo fa alle piante: arrabbiare, ribollire, alidire. || Per scannaliari § 2: aver sentore, aver fumo. || rifl. a. Bruciarsi: scottarsi. || Quell’infiammarsi della pelle dei bambini fra le cosce, pel continuo orinare: incuocere.

Squadata. s. f. L’azione dello scaldare: scaldata. || Scottatura. || Ribollita.

Squadatedda. dim. di squadata.

Squadatina. s. f. L’istesso che squadata.

Squadatizzu. avvil. di squadatu.

Squadatu. add. Da scaldare: scaldato. || Scottato. || Arrabbiato, ribollito. || Incotto. || Dicesi anco del legno che mostri nelle sue fibre un principio di putrefazione: vergheggiato, riscaldato. || Prov. cani squadatu fui l’acqua fridda: chi è scottato una volta l’altra vi passa su.

Squadatura. s. f. Scaldamento, scottatura. || Quel rossore che vien a’ bambini sulle cosce ove passa spesso l’orina: incotto, intertrigine.

Squadumaru. V. strifizzaru.

Squagghiamentu. s. m. Lo squagliare: squagliamento.