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arristarinni li scorci, rimanerne -gli avanzi. || scorcia scorcia, lontano sia dalla folla, che dal pericolo, alla larga. || Vale anco leggermente, in pelle in pelle: buccia buccia. || cu li scorci, rozzo, villano: rustico, presa la similitudine dalle frutte non ancora mondate.

Scorciacugghiuna. s. m. Seccante: scocciacoglioni.

Scorciadicoddu. s. f. Colpo di mano dietro in sul collo: collata, scollata, sprimacciata, sprimaccione. || met. Danno, traversia: scossa, batosta.

Scorciaredda. s. f. T. bot. Erba che nasce tra il seminato, e intorno a lei non nasce grano.

Scorciavacchi. s. m. Vento ponente.

Scordiu. s. m. T. bot. Pianta di steli numerosi, ramosi, un po’ pelosi; le foglie simili a quelle della querciuola, ma maggiori, non tanto intagliate, grinzose, e un po’ lanuginose: fiori rossi; ha odore d’aglio, ed è medicinale: scòrdeo, scòrdio. Teucrium camaedrys o Scordium L. || Discordamento: discordanza. || manciari scordiu, fig., dimenticarsi.

Scorgiri. v. a. Discernere, vedere: scorgere.

Scòria. s. f. Materia che si separa da’ metalli nelle fornaci: scoria, rosticci.

Scoriari. V. scurciari.

Scornabeccu. s. m. T. bot. Albero di tronco bruno e liscio; rami lunghi e frondosi; foglie alterne, pennate a 7 o 9 foglioline ovato-bislunghe, ottuse con nervi alquanto gialli, e che nell’autunno diventano rossi, fiore a pannocchi con gli stami porporini; frutti globosi, aridi, quanto un pisello; questa pianta silla la trementina: terbinto. Pistacia terebinthus L. || essiri comu la fastuca e lu scornabeccu dicesi di due persone che amino star sempre vicino.

Scornavoi (A. Sorta di giuoco ginnastico che fanno i ragazzi, che l’uno mette le ginocchia nel culo dell’altro e colle mani gli afferra i piedi, così rotolano.

Scornu. s. m. Umiliazione con disprezzo e con vergogna sofferta per propria colpa o per fallo: scorno. || T. legn. Quella porzione circolare, estrema, che si cava colla sega dalla tavola che si riquadra: sciàvero.

Scornu. add. Maschio. Onde poi si fa scornabeccu V.

Scorporari. V. scurpurari e seg.

Scorreggiu. V. piditu.

Scorrettu. V. scurrettu e derivati.

Scorta. s. f. e m. Guida, conduttore, compagnia: scorta.

Scortari. v. a. Guidare o accompagnare per sicurezza: scortare.

Scosari. V. squasari.

Scosuni. V. squasuni.

Scoscisa. V. scuscisa.

Scossa. s. f. Scotimento: scossa.

Scossu. add. Da scuotere: scosso.

Scostumatu. V. scustumatu e simile.

Scotelatu. V. scautelatu.

Scòtiri. v. a. Muovere e agitare checchessia violentemente: scuotere. S’usa anco rifl. a. || Per arrisbigghiari V. || Levarsi da dosso: scuotere. || Commuoversi da subita paura: scuotersi.

Scotta. s. f. T. mar. La fune principale attaccata alla vela, la quale regola il cammino del naviglio: scotta.

Scottari. v. a. Far cottura col fuoco sul corpo dell’animale vivo: scottare. || Esser eccessivamente caldo: scottare. || Per sim. recar altrui nocumento, travaglio ecc.: scottare. P. pass. scottatu: scottato.

Scottatura. s. f. Lo scottarsi o la parte scottata: scottatura.

Scottu. s. m. T. comm. Specie di drappo spianato di stame: scoto.

Scottu. P. pass. di scociri: stracotto.

Scotu. Nella frase essiri suttilissimu scotu, per dileggiare chi è troppo minuto e cauto per ignoranza o fantasticheria.

Scotula. V. scutulamentu.

Scotula-panzi (A, Scotula-pettu (A. Modo avv. Si dice del mangiare, bere ecc. soverchiamente: a crepa pelle.

Scotula-vurzi. s. m. Chi smugne le borse altrui: segavene.

Scotula-vurziddi. dim. di scotula-vurzi.

Scòtulu. s. m. Rolle rosse che vengono alla pelle per troppo calore interno: orticaria (Ha analogia col verbo scottare).

Scraccari. V. sgraccari.

Scraccu. V. sgraccu e simile.

Scrafaratu. V. scalfaratu.

Scrafari. Metatesi di scarfari V.

Scrafucchiari. v. a. Cavar fuori, cavar dalla buca: sbucare (att.). || Ritrovar checchessia con industria o fatica: ripescare. || Scoprire, investigare dopo minute ricerche: scovare. V. scafurchiari.

Scrafucchiatu, add. Da sbucare: sbucato. || Ripescato. || Detto di muri a cui si sia levato parte d’intonaco: scalcinato.

Scrafunchiari. V. scrafucchiari.

Scrafuniari. v. a. Andar frugando e malmenando alcuna cosa: rovistare, trambustare, sconciare. V. scavuliari. P. pass. scrafuniatu: trambustato, sconciato.

Scramazzari. V. schiamazzari.

Scramusciri. Metatesi di scarmusciri V.

Scrapicciari. V. scapricciari.

Scrapistari. V. scapistrari.

Scrastari. V. scrustari. || Tor via: estirpare.

Scravaccari. V. scarvaccari.

Scravagghiari. v. a. e intr. Imbrattar carta con iscarabocchi: scarabocchiare.

Scravagghiazzu. pegg. di scravagghiu: piattolaccia.

Scravagghieddu. dim. Piattolina. || Scarafaggino. || Per celia, ragazzetto: cazzatello, cazzabùbbolo. || – niuru, magnacozzi, insetti infesti alle viti. Scarabeus vitis, Curculio baccus L. || aviri lu scravagghieddu, quando alcuno appena levatosi o ad ore insolite ha appetito. || Prov. ogni scravagghieddu a so matri pari beddu, alla madre i figliuoli pajon belli, e così nel fig.: all’orsa pajon belli i suoi orsacchini.

Scravagghiu. s. m. Insetto nero, piatto, che vive in luoghi umidi, dietro le imposte, entro le cassette, sotto i focolai ecc.; è vago della farina: piattola. || Quello poco dissimile che sta in campagna, e va formando pallotte di letame, detto altrimenti da noi, scravagghiu ar-