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di dui, è più difficile errar in quattro anzichè solo: veder più quattr’occhi che due. || apreru l’occhi li gattareddi. V. apriri: i micini hanno aperto gli occhi (Pauli). || l’occhi a mia e li manu a la vertuli, si dice quando uno facendo una cosa bada però a ciò che altri fa: aver un occhio alla padella e uno alla gatta. || luntanu di l’occhiu luntanu di cori poco si ama l’oggetto lontano: lontan dagli occhi lontan dal cuore. || biati l’occhi chi ti vidinu! si dice a chi si vede di rado. || mastru d’occhiu, mastru di finocchiu, spesso erra chi fidando dell’occhio semplice, tralascia le regole dell’arte: occhio ben sano fa spesso veder torto. || l’occhiu è occhi e finocchi, si può indovinare e sbagliare fidando ai soli occhi. || nè occhi in carta, nè manu in tasca, è regola di educazione di non leggere ciò che altri scrive, nè di toccare ciò che altri ha nelle tasche: nè occhi in carta, nè mano in tasca, nè orecchi in segreti altrui. || occhiu chi nun vidi, cori chi non doli, ciò che non si vede non fa impressione: se occhio non mira cuor non sospira, o quel che l’occhio non vede il cuor non crede. || pri scippari un occhiu ad unu, scipparisinni dui iddu, far molto male a sè, per farne poco ad altrui: cavar due occhi a sè per trarne uno al compagno. || occhi chi aviti fattu chianciri, chianciti, si dice a chi avendo tribolato altrui, trovi poi triboli per lui: chi la fa, l’aspetti. || l’occhi su’ la ruina di l’omu, poichè per causa di loro si fan certi peccati... || Però l’occhi su finestra, di lu cori, non sempre, giacchè vi è gente la quale una cosa sente, altra fa veder di sentire. || l’occhiu e l’avaru sunnu insazziabili, bella compagnia! || l’occhiu fa l’erruri e lu cori nni chianci la pena, ogni pena essendo un dolore morale, naturalmente lo sente il cuore. || l’occhiu è la sintinella di lu cori, per discernere. || cull’occhi chiusi e la manu vacanti, di chi rimane illuso o disilluso. || l’occhi si medicanu cu li guvita, cioè con niente: gli occhi s’hanno a toccar colle gomita. || si l’occhiu di la vita vidi lu zappaturi, la spiranza di la vigna si accichirà, parla del modo accorto come lo zappatore deve curar le viti. || è veru ca dui occhi fannu vista, ma sempri è megghiu l’aiutu di la costa, che l’ajuto è meglio della vista da solo. || cc’è un occhiu chi tuttu vidi e un’oricchia chi tuttu senti, cioè Dio. || V. in pani un prov. || cu’ havi un occhiu sulu spissu si lu stuja, chi di qualche cosa ne ha poco, ci tiene più l’occhio: chi ha un’occhio solo spesso se lo netta. || occhiu è anco un albero. V. àzzaru. || aviri l’occhi ’mpiccicati: aver gli occhi tra’ peli. || fari occhiu, detto de’ cavalli quando si fermano sempre a un punto, ombrando.

Occhiuzzu. V. ucchiuzzu.

Occidentali. add. D’occidente: occidentale.

Occidenti. s. m. La parte dove tramonta il sole: occidente.

Occìdiri. V. ocidiri.

Occisioni. V. uccisioni.

Òcciu. V. occhiu,

Occultamenti. avv. In modo occulto: occultamente.

Occultamentu. s. m. L’occultare: occultamento.

Occultari. v. a. Nascondere con grande arte e cura: occultare. P. pres. occultanti: occultante. P. pass. occultatu: occultato.

Occultata. V. occultamentu.

Occultaturi –trici. verb. Chi o che occulta: occultatore –trice.

Occultazzioni. s. f. L’occultare: occultazione.

Occultissimamenti. avv. sup. Occultissimamente.

Occultizza. s. f. Lo stato di ciò che è occulto: occultezza.

Occultu. add. Nascosto bene: occulto. Sup. occultissimu: occultissimo.

Occupari. v. a. Usurpare, appropriar a sè illegittimamente: occupare. || Prender legittimamente cosa che non è di alcuno: occupare. || Impiegare, dar lavoro: occupare. || Detto di tempo, spenderlo, impiegarlo: occupare. || Ingombrare, tenere spazio, luogo, ecc.: occupare. || Impedir la vista: tappare. || rifl. Impiegarsi: occuparsi. || Ricusare d’imprender alcun lavoro, supponendolo aspro o difficile: arrestarsi || V. accupari. P. pres. occupanti: occupante.

Occupateddu. dim. di occupatu.

Occupatizzu. freq. Mezzo occupato. || V. accupatizzu.

Occupatu. add. Da occupare: occupato. Sup. occupatissimu: occupatissimo.

Occupaturi. verb. m. Chi o che occupa: occupatore –trice.

Occupazzioni. s. f. L’occupare od occuparsi: occupazione. || Negozio, faccenda: occupazione.

Occupazziunedda. dim. Occupazioncella.

Occupusu. V. accupusu.

Occurrenti. add. e sost. Che occorre: occorrente.

Occurrenza. s. f. Occasione, incontro: occorrenza. || Bisogno: occorrenza. || Affare, faccenda: occorrenza. || a l’occurrenza, ogni volta che occorre bisogno: alle occorrenze.

Occurrimentu. s. m. L’occorrere: occorrimento.

Occùrriri. v. intr. Accadere, avvenire: occòrrere. || Bisognare: occorrere. P. pass. occursu: occorso.

Occursu. s. m. Occorrimento: occorso.

Ocèanu. s. m. Mare, e specialmente quello fra i due mondi: ocèano. || fig. Cosa vasta e immensa: oceano.

Oceddu, Ocellu. V. aceddu e simili.

Ochicedda. V. uchicedda.

Ociddittu. V. aciddittu.

Occidimentu. V. uccisioni.

Ocìdiri. v. a. Dar morte: uccìdere. || ass. Tirar i tonni dalla rete nella barca, uncinandoli. || Prov. zoccu nun ociri ingrassa, dicon i ghiotti.

Ocidituri. s. m. Luogo dove si scannano gli animali: scannatojo, macello, ammazzatojo. || V. cidituri.

Ocisa. s. f. T. di tonnaja. Uccisione di tonni.

Ocisu. add. Ucciso. || Detto a uomo tristo: impiccatello.

Ocisuni. accr. di ocisu nel 2º §.

Ocisuri. V. uccisuri.

Ocra. s. f. Terra gialla che si trova nelle miniere di metalli: ocra.

Oculari. add. Attenente ad occhio: oculare. || testimoniu oculari, di vista, cioè che ha veduto: testimone oculare.