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GAR | — 428 — | GAS |
mento, ma per estensione in sul viso: sgrugnone, sergozzone.
Gargiuteddu. dim. di gargiutu: grassottino, paffutello.
Gargiutu. add. Alquanto grasso: grassoccio, paffuto; Tomm. alla voce garzuto dice: che ha le garze o mascelle grosse.
Garibbaldinu. s. e add. Voce storica. Colui che segue l’illustre e magnanimo Garibaldi, e il partito democratico stesso che quel grand’uomo rappresenta: garibaldino.
Garìbbuli. add. Aggiunto a pignatte o altro vaso di certa terra cotta; corruzione di Gallipoli, città nel Napolitano, donde dovette venire questa specie di pentole.
Gariddu. s. m. Noccioletti che sono appiccati sotto la lingua: gàngola. || scippari li gariddi a unu, soffocarlo. || Colpo dato sotto il mento: golino.
Garifeddu. dim. di garifu.
Garifu. s. m. T. bot. L’erba tenera che rinasce ne’ prati dopo le piogge, dopo la prima segatura: còtica, guaime. (Dal Gr. αλειφαρ: unzione Vinci vorrebbe derivarlo, essendo questa erbetta per le bestie una purga, una unzione).
Garigghia. V. rancata.
Gariggiari. V. gareggiari.
Gariggiusu. add. Che spesso gareggia: gareggioso.
Gariofillata. s. f. T. bot. Pianta alta un braccio; foglie pennate o lirate, quinate inferiormente; fiori gialli peduncolati, terminati con petali più corti del calice; la sua radice ha odor di garofano: garofanata. Geum urbanum L.
Garìpuli. V. garìbbuli.
Garita. V. gallitta. || V. pinnularu di li crapi.
Garitta. V. gallitta.
Garìuli. (Pasq.). V. piattu. E forse corruzione ancora di garìpuli.
Garòfalu. V. galòfaru.
Garòttulu. V. carusu. Forse da carus fatto quasi carotulus, dim. (Pasq.).
Garozza. V. crozza (misura).
Garra. s. f. Quel nerbo a piè della polpa delle gambe, che si congiunge col calcagno: garetto, garretto. || Voglia di scherzare: ruzzo. || menza garra, per ispregio si dice a un cicisbèo. || E in pl. aviri li garri: aver fretta. || nun è garra pri mia, vale, non è cosa per me, non è impresa da me. || manciari la garra, aver voglia di scherzare: aver il ruzzo.
Garraffa. V. carraffa.
Garraffeddu. dim. di garraffu, nome di un fonte in Palermo. || aviri tastatu l’acqua di lu Garraffeddu, aver preso gusto a’ costumi palermitani.
Garraffu. s. m. Apertura per cui a volontà si dà o si toglie l’accesso all’acqua destinata a volger la ruota del mulino: cateratta. || Per buco. || Garraffu granni, fontana in Palermo (Dall’Ar. garaf.: raccolta d’acqua).
Garresi. s. m. Parte del corpo del cavallo detta dal Crescenzio sommità delle spalle: garresi (Mort.).
Garriari. v. intr. Scherzare, lascivire, far baje: ruzzare. || rifl. pass. Far atti di vivacità per parrre amabile, spiritoso, importante: sgallettare. V. fissiarisi.
Garriata. s. f. Il ruzzare. || Lo sgallettare: sgallettìo.
Garrittïari. V. quacïari. (Da garretto).
Garrittuni. add. Che garrisce, che ciarla molto: ciarlone, gàrrulo.
Garra. V. gazzu (Veneziano).
Garruneddu. dim. di garruni.
Garruni. V. garra. || jiri cu li garruna di fora, chi va senza calze, e si dice ad uomo miserabile: esser truciante.
Garruniari. V. garruttuniari.
Garrusarìa, Garrusata. s. f. Azione da bardassa, o cosa ridicola o da nulla.
Garrusazzu. pegg. di garrusu: bardassonaccio.
Garruseddu. V. bardasceddu.
Garrusìa. s. f. L’esser bardassa.
Garrusiàrisi. V. fissiarisi.
Garrusu. s. m. Il paziente nell’atto della sodomia: bardassa, zànzero, bucajuolo. || V. bardascia.
Garrusuni. accr. di garrusu: bardassone.
Garruttunazzu. pegg. di garruttuni: bighellonaccio.
Garruttuneddu. dim. di garruttuni.
Garruttuni. s. m. Chi va ozieggiando attorno senza darsi da fare: bighellone. (Sempre da garretto).
Garruttuniari. v. intr. Andare attorno oziando, o scioperatamente: bighellonare.
Garsella. s. f. Lume a olio congegnato in modo che si carica come un orologio, e secondo che si scarica porta l’olio nel lucignolo: moderatore.
Garùbbuli. V. affàbbili (a Gangi).
Garuddu. add. Ostinato e fermo in una opinione: pertinace.
Garufiari. v. intr. Metter quel poco d’erba restata dal primo mietere: metter guaime. || E mietere il rimasto dopo una prima segatura: risegare.
Garufu. s. m. T. bot. Pianta alta due braccia, di stelo semplice e frondoso, foglie trilatere, striate; fiori gialli che si aprono gli uni dopo gli altri in lunghe spighe: asfodello, asfodillo. Asphodelus luteus L.
Gàrvula. V. garbula.
Garzu. Amante disonesto: ganzo, drudo, bertone. E nel f.: ganza, druda.
Garzunazzu. pegg. di garzuni: garzonaccio.
Garzuneddu. dim. Garzoncino, garzoncello, garzonetto, e si dice anche per fanciulletto.
Garzuni. s. m. Servo di fondaco, di campagna; chi va con altrui per lavorare e apprendere: garzone. || Nel contado è quell’uomo che per mestiere mena le bestie da soma, o è addetto al governo di esse, o è tenuto da’ proprietarî per simili servigi. || Prov. lu vastuni ’nsigna lu garzuni, è chiaro, ma è poco civile.
Gas. s. m. T. chim. Fluido aeriforme; quello che s’adopera a illuminar le città: gas, gasse.
Gasena. s. f. Scansia praticata sul muro ad uso di credenza: scancerìa.
Gasinedda. dim. Piccola scanceria.
Gàsinu. V. àsinu, ma più nel senso fig. (a S. Cataldo).
Gaspa. s. f. Fornimento appuntato che si mette alla estremità del fodero della spada: puntale, ghiera. || – di la bacina: fiòcine (Rocca).
Gaspicedda. dim. di gaspa: puntaletto.