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per l’ano con uno strumento apposito (siringa): cristeo, clistere, lavativo, serviziale.
Crìstia. s. f. Testa. Onde aggiustari la cristia fig. far passare la pazzia: aggiustare la coccola (Forse tolta l’idea da cresta).
Cristianamenti. avv. In modo cristiano: cristianamente.
Cristianazzu. s. m. pegg. di cristiano: cristianaccio.
Cristianeddu. s. m. dim. di cristiano: cristianello. || Omicciolo di poco affare: cristianello. || Scaltrito, avveduto.
Cristianìsimu. s. m. La dottrina cristiana: cristianesimo. || Comunità di cristiani, e tutti i luoghi ove si adora Cristo: cristianesimo.
Cristianità, Cristianitati. s. f. Tutta la repubblica cristiana e suo dominio: cristianità, cristianitade, cristianitate. || Religione, modo e rito: cristianità.
Cristianizzari. v. a. Far cristiano: cristianare.
Cristianu. s. m. Che vive sotto la legge di Cristo: cristiano. || Marito: cristiano. || Uomo o donna semplicemente: cristiano. || di cristianu, giuramento: da cristiano. || cosi di cristianu, buone, giuste: cose da cristiani. || comu l’autri cristiani, specie di avverbio che vale, convenientemente: dicevolmente, con decenza. || farisi cristianu: farsi cristiano; persuadersi. || Per antonomasia: savio, prudente, forte. Sup. cristianissimu: cristianissimo.
Cristianuni. s. m. accr. di cristiano in senso d’uomo grande e grosso: cristianone. || Uomo dotato di grande abilità: valente uomo.
Cristu. s. m. Che significa unto, e per antonomasia Gesù Cristo: Cristo. || Imagine di esso: Cristo. || essiri lu Cristu ’mmenzu li iudei, esser l’innocente fra’ tristi. || un cristu di pietati, dicesi d’un uomo pieno di malanni: essere un cristo spirante. || nun cc’e cristu chi teni, non si può rintuzzare non si può far contro: non c’è cristo che tenga (Giusti). || nun c’essiri cristu, non v’esser modo: non c’è cristo.
Crisudda. V. camedriu.
Crisuli. (Scob.) V. piatti d’argentu.
Crita. s. f. T. geol. Carbonato di calce, bianco d’ordinario e rare volte bigio con frattura terrea, tenero, leggiero, non untuoso: creta. || Noi più spesso l’usiamo per argilla V. || In pl. sta pure per fanghi. || Per sim. di cosa nera, e per lo più di pane scuro da non potersi mangiare. || truvari la crita di fari baddi, fig. trovare chi sappia rispondere, all’uopo, senza paura.
Critaciu. add. Che è della natura della creta, o composto e pieno di creta: cretaceo.
Critazza. s. f. pegg. di crita. || Nel numero del più, terra intenerita dall’acqua e quella porcheria che generano le paludi: limaccio, fangaccio. || critazzi, terre cretose: cretone.
Critazzali. (Scob.) s. m. Luogo dov’è creta, o argilla.
Critazzu. pegg. di creta. Terreno argilloso V. critazza.
Critèriu. s. m. Norma o fondamento per cui si forma un giudizio: criterio. || omu di criteriu, illuminato, fornito delle necessarie cognizioni per giudicar rettamente: colto, dotto. || – morali, argomento ben fondato per induzione, o per esempî simili: criterio morale.
Crìtica. s. f. Parte della logica, che insegna a giudicare: critica. || Arte ed atto di censurare: critica. || Censura o componimento fatto per censurare checchessia: critica. || Per maldicenza.
Criticamenti. avv. In modo critico: criticamente.
Criticari. v. a. Giudicare delle cose altrui, notandone i difetti: criticare. P. pres. criticanti: criticante. P. pass. criticatu: criticato.
Criticaturi –tura. verb. Chi o che critica: criticatore –trice.
Criticazioni. s. f. Il criticare: criticazione.
Criticedda. s. f. dim. di creta.
Critichetta. s. f. dim. di critica. Voce di spregio.
Critichettu. s. m. Critico ignorante e presuntuoso: critichetto.
Critichinu. add. Che spesso e volentieri critica, sparla: criticuzzo, maldicente.
Criticu. s. m. Chi critica: critico.
Critica. add. Dedito a criticare; appartenente a critica: critico. || Appartenente a crisi: critico. || jorna critici, quelli de’ quali il medico giudica dell’infermo: dì critici.
Criticuni. s. m. accr. di critico: criticone.
Critignu. add. Color di creta.
Critticeddu. s. dim. di crettu: scriatello.
Crittu. V. cridutu.
Critusu. add. Di qualità di creta, pieno di creta: cretoso.
Crivari. v. a. Passare pel buratto o vaglio: abburattare, vagliare (Sp. acribar).
Crivaru. s. m. Colui che fa o vende buratti, vagli, stacci: vagliajo, stacciajo. || Prov. lu figghiu di lu crivaru fa li criviceddi, i bambini scimiottano i più grandi: chi nasce di gallina convien che razzoli.
Crivata. s. f. Quantità che cape lo staccio: stacciata, vagliata (V. participiu).
Crivatedda. s. f. dim. di crivata: stacciatina, vagliatina.
Crivazzu. pegg. di crivu.
Criveddu. s. m. Vaglio di pelle concia con buchi alquanto larghi per nettare dalle mondiglie più grosse le biade: crivello.
Criviceddu. s. m. dim. di crivu: piccolo staccio, staccetto, vaglietto.
Crividdari. V. cèrniri.
Crividdu. V. criviceddu.
Crivillari e derivati. V. cèrniri.
Crivillusu. add. Uomo fantastico, stravagante, che in ogni cosa pone difficoltà, e vuole tutto scandagliare per minuto: cacapensieri.
Crivu. s. m. Arnese da separare la crusca dalla farina: staccio, buratto. O il frumento e biade dalle materie eterogenee: vaglio, cribro (voce poetica). || Del frullone: burattello V. firruni. || – d’acciurari, è il più fino: staccio da fior di farina. || essiri un crivu d’occhiu, tutto fori: bucherato, sforacchiato. || fari stari un crivu d’occhi, per sim. conciarlo pel dì delle feste: sconciarlo. || V. in suli un prov.
Cro. V. gro. || cro-cro v. tringuli-minguli. || È anche la voce del corvo: crai.
Crocchè. V. crucchè.
Crocchiu. s. m. Adunanza di persone per discorrere: crocchio. || fari crocchiu, adunarsi a discorrere: far crocchio, far capannelli.
Cròcchiula. s. f. T. zool. Nicchio marino, quasi piccola conca, e si dice del nicchio solo o col-