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rossa, se ne faceva uso in medicina come astringente: bole armenico.
Bommaci. s. m. Colone filato: bambagia, bombage.
Bommò. s. m. Pianta dell’Indie, di cui i polloni servon da bastoncelli: bambù.
Bommurtizzu. s. m. Grande e continuato bisbiglio: susurrìo. || Chiasso: buscherìo, bugerìo. L’origine sua è da barbuttizzu V.
Bompassaggiu. s. m. Vantaggio, favore: agevolezza. || Protezione.
Bompezzu. V. bompressu.
Bompressu. s. m. T. mar. Quell’albero della nave che è posato sulla ruota di prua e sporge in fuori di essa: bompresso.
Bomprudi o Bomprudi ti fazza e simili si dicon per augurare altrui bene di ciò che fa o mangia: buon prò, buon prò ti faccia.
Bona! Esclamazione di cosa che sopravvenga ma che non piaccia tanto.
Bonaggia. Composto da bon aggia. Augurio: buon pro, ben abbia.
Bonagguriu. s. m. Desiderio di fausto avvenire: buon augurio.
Bonagguriusu. add. Che arreca buona fortuna, allegro: buonagurato.
Bonalana. s. f. Dicesi ironicamente per uomo tristo, ma più in modo scherzoso: buonalana.
Bonamanu. s. f. Ciò che si da ad alcuni operai, o particolarmente ai cocchieri da nolo al di là della convenzione: buonamano.
Bonamemoria. V. bonanima.
Bonamenti. V. bonariamenti.
Bonanima e Bonarma. Parola composta, e dicesi quando si parla di alcuni trapassati, vale la buona anima.
Bonannu. Parola composta, e vale buon anno, e può essere modo di salutare. || Prov. senza diri nè bongiornu, nè bonannu: senza permissione: inurbanamente. || chi ti vegnanu centu bonanni! Specie di approvazione ad un fatto altrui, e talvolta è ironia di chi non vuole imprecare ad alcuno che ha errato.
Bonanotti. Parola composta, modo di salutare di sera, e anche di licenziare chi non vogliamo d’intorno: buonanotte. || Detto assolutamente è interiezione di chi perde la speranza di qualche bene, o guasta qualche cosa di bello irreparabilmente. || bonanotti a li sunaturi, modo prov. e usasi nel riuscimento di alcune cose contrarie all’aspettazione: addio fave!
Bonapasqua. Parola composta, modo di complire col fare buon augurio altrui nel dargli la buona pasqua, a suo tempo.
Bonapezza. Parola composta, e dicesi ironicamente per ingiuria: buonalana, impiccatello.
Bonariamenti. avv. Con bonarietà: bonariamente.
Bonarietà. s. f. Bontà, benignità: bonarietà.
Bonariu. add. Fatto d’accordo e senza litigio: alla buona. || accordiu bonariu, dicesi del convenire amichevolmente, cessando di piatire.
Bonarma. V. bonanima.
Bonasira. V. bonanotti.
sfurcatu V.
. s. m. Uomo che serve per mercede, o che serve senza averne l’obbligo: buonavoglia. || PerBoncoddu. V. panicaudu.
Bongiornu e Bonciornu. Modo di augurare il buon dì: buon giorno. || bongiornu a li santi V. bonanotti a li sonaturi.
Bongustu. s. m. Qualità che si ricerca nell’artefice o altro, di saper discernere il retto, il conveniente, il bello: buongusto. || a bon gustu nun c’è prezzu; non basta pagare l’acquisto di esso.
Bonìfica. s. f. Promessa del mallevadore: malleveria. || Menar buono un credito preteso: bonificamento, bonificazione.
Bonificamentu. V. bonifica.
Bonificari. v. a. Entrar mallevadore: mallevare. || Menar buono o conteggiar i danari pagati o il credito che si pretende: bonificare. P. pass. bonificatu: mallevato. || Bonificato.
Bonificaturi. verb. m. Quegli che promette per altrui obbligando sè e il suo avere: mallevatore.
Bonificazioni. V. bonifica.
Bonomu. Così si dice volendo chiamare uno di cui non si sa il nome: buon uomo, quell’uomo. Parimenti per una donna: buona donna, quella donna.
Bonsignuri. V. monsignuri.
Bontà, Bontati, Buntà e Buntati. s. f. Il buono e la buona qualità che si ritrova in checchessia: bontà, bontade, bontate. || Cortesia, bonarietà: bontà.
Bontempu. s. m. Quando non piove, non venta ecc. buontempo. || Tempo di gozzoviglia, bagordo: buontempo.
Bonu e Buonu. s. m. Il bene: buono. || essiri bonu, esser conveniente opportuno: esser buono. || Cosa ben fatta o persona buona: buono.
Bonu e Buonu. add. Che denota eccellenza e qualità utili, piacevoli ecc.: buono. || Prov. chiddu è lu bonu chi vidi e chi taci: chi parla rado è tenuto a grado. || Leale, piacevole, gustoso, prospero, felice: buono. || Molto grande: buono. || Onorevole, nobile: buono. || Atto, idoneo, acconcio: buono. || Valente, pratico: buono. || jiri o pigghiari cu lu bonu: andar colle buone, di buona maniera, accarezzando. || bonu bonu, detto a uomo: di buona pasta; se è avverbio, vale: ben bene; se è imperativo, vale, imporre silenzio: basta. || bonu e bon’è, posto avv.: pur pure, manco male, buon è. Dante da Majano: Dunque buon’è, che a sofferir m’apprenda. E Buonarroti: pur pure che ecc. || a bon e bon’è, pure di cose fatte alla rinfusa: a casaccio, alla buona e anco bonariamente. || cosa di bonu e bon’è, cosa comunque, d’accomodo. || fari bonu V. bonificari. || stari bonu, aver agi, aver sanità: star bene. Vale esser accetto, aver intrinsichezza con alcuno: esser in grazia di uno. || stari ’ntra lu bonu, in buono stato o in buona speranza. || sta bonu e la testa cci doli, chi si duole a torto, stando bene: dolersi di gamba sana. || vòi stari bonu? lamentati: chi si lamenta può guarire, per indicare che mostrandosi talvolta malcontento, si può ottener meglio che stare zitto. || tantu sta bonu lu bonu pri finu chi voli lu malu, che i buoni non vanno esenti dalle molestie e provocazioni de’ tristi. || bonu ti stija: ben ti stia, ne hai a dovere, si dice a chi è causa del proprio male. || di bonu e bonu: a buono a buono, senza contesa, o come dice Villani: a queto, p. e. ebbe a queto tutta