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VAU — 1078 — VEG


Vausaloru. add. Che abita nelle balze o che vi si arrampica, montanaro: alpigiano.

Vausu. s. m. Sasso scosceso di monte o di scoglio, rupe: balza, balzo.

Vava. s. f. Umore viscoso, che esce per sè medesimo come schiuma dalla bocca degli animali: bava. || ’na vava di ventu ecc., un po’, un leggier vento: una bava di vento. || fari la vava e la pipita, sfiatarsi, schiamazzare inutilmente.

Vava o Vavà. s. m. Voce bambinesca e vale bambino: mimmo, mimma, ninna. || ch’è sapuritu lu vava! modo ironico per garrire chicchessia.

Vavaciusu. add. Albagioso, spocchioso. || Detto di abiti o simile, largo e malfatto, che non serra bene la persona.

Vavajola. V. vavalora.

Vavalaggiu. V. babbaluci.

Vavalora, Vavaloru. s. f. Salvietta che si pone a’ bambini per non insudiciarsi il vestitino: bavaglio, babajola.

Vavaluci, Vavalucu. V. babbaluci. || Lumaca di mare. In Aci.

Vavaluredda. dim. di vavalora: bavaglino.

Vavanu. V. varvajanni.

Vavaredda. s. f. Quella parte dell’occhio per cui si vede, luce dell’occhio: pupilla. || s. m. Per bambolino, cittino. || nun essiri, nun passari pri vavaredda, potere e volere sostenere la parola o un impegno (Gli aretini per dire appisolarsi (appinnicarisi) dicono appalparellarsi ciò che fa supporre la voce palparella come radice di quel verbo, benchè tal voce non sia ne’ vocabolari, voce che sarebbe omogenea alla nostra.)

Vavareddu. V. vavaredda, al § 2.

Vavaridduzza. dim. di vavaredda: pupilletta, pupillina.

Vavarisciu. Così mi scrive Capuana: Parola che forse non ha significato, ma si usa soltanto allorchè due, per sollazzo, portan un ragazzo seduto sulle loro mani intrecciate, la destra dell’uno colla sinistra dell’altro, e van dicendo: ddocu ti cacu e ddocu ti pisciu, e ddocu cc’è lu vavarisciu; questa portatura è il portar a predelline o a predellucce dei Toscani.

Vavazzaria. s. f. Ciarla: ciancia (Mal.).

Vavazzeru. s. m. Ciarlone: ciancione, cianciere.

Vavazziari. v. intr. Ciarlare: cianciare, cicalare.

Vaviari. v. a. Imbrattar di bava: imbavare. || Mandar bava: sbavare. || rifl. Imbavarsi, sbavarsi. P. pass. vaviatu: imbavato.

Vaviata. s. f. L’imbavare, lo sbavare: sbavamento.

Vaviatizzu, add. Alquanto imbavato: scombavato.

Vaviatura. V. vava. || V. passiatura (Rocca).

Vavilata. V. masciddata (Mal.).

Vavili. V. mascidda (Da vava, perchè è la parte vicino dove si fa la bava).

Vàviola. V. vavaloru.

Vavusa. s. f. Specie di pesciatello. Rocca lo spiega: blennio.

Vavusarìa. s. f. Azione da fanciullo: fanciullàggine, bambinàggine. || Millanterìa. || Atti e parole da sciocco: moccionerìa.

Vavusazza. pegg. di vavusu.

Vavuseddu. dim. di vavusu. || Fraschetta: chiappolino.

Vavusiarisi. v. intr. pron. Vantarsi: millantarsi.

Vavusu. add. Che cola bava: bavoso. || Ragazzo leggiero e di poco giudizio: fraschetta. || Dappoco: moccicone. || Millantatore.

Vavusuni. accr. di vavusu.

Vazzu. add. Dicesi delle carte inutili ossia che nel giuoco non formano punti: cartaccia.

Vecchia. fem. di vecchiu: vecchia. V. a vecchiu i prov. || Spighe rimaste nell’aja: vigliuolo (An. Cat.). || Per vitusa V.

Vecchiu. s. m. Chi è nella vecchiaia: vecchio. || Prov. li vecchi addiventanu picciriddi, perdon il giudizio: il vecchio rimbambisce e il giovane impazzisce. || zoccu la vecchia vulìa ’n sonnu ci vinìa, quando inaspettatamente si ha ciò che si desidera. O quando uno sempre sogna ciò che brama: l’orso sogna pere. || nun manca mai a li vecchi di cuntari, quannu stannu a lu suli o a fuculari, è vero e naturale. la vecchia chi mai filava lu sabbatu santu si ’ncunucchiava, garrisce i pigri che pensano poi a lavorare quando non è più il tempo. || cu’ di vecchi s’innamura, si la chianci la vintura, non bisogna sposar vecchi. || li vecchi sannu assai, ne’ vecchi è la sapienza. || cu cu e cu cu comu sì vecchiu e nun servi cchiù, è chiaro. || a la prisenza di li vecchi si parra pocu, ma si ascolta assai. || li vecchi si divinu rispittari, evangelico precetto! || vecchiu ’nnardutu, stecchito, segaligno; o dispettoso, insociabile.

Vecchiu. add. Che è di più tempo avanti, contrario di nuovo: vecchio. || vecchiu di l’arti, esperto, perito. || Prov. vecchiu è cu’ mori, dicono certi vecchi che son più rigogliosi dei giovani. || li robbi vecchi morinu ’n casa di l’omini pazzi, perchè chi è savio non fa arrivare a perdersi le cose vecchie, o le acconcia o se ne disfà: le bestie vecchie muoiono nella stalla de’ contadini minchioni. || l’omu vecchiu è comu la quadara vecchia, chinu di vozzi, laccuna e pirtusa, è pieno di malanni ed acciacchi. Sup. vecchissimu: vecchissimo.

Veci. s. f. Persona o cosa che sia in luogo di altra: vece. || ’n veci, posto avv. in luogo: in o a vece. || fari li veci di unu, star in luogo di quello: prendere o tener la vece o le veci altrui.

Veduta. V. viduta.

Veementi. add. Che ha od opera con veemenza: veemente (Mort.).

Veemenza. s. f. Ardore e forza nel dire o nell’operare: veemenza.

Veggetabbili. add. Vegetativo: vegetabile. || In forza di sost. e in pl. tutto ciò che vegeta come alberi, piante, erbe: vegetabili.

Veggetali. add. Spettante a ciò che vegeta: vegetale. || terra veggetali, la terra schietta che è sulla superficie dei campi: terra vegetale.

Veggetari. v. intr. ll vivere e crescere delle piante: vegetare. || met. Di chi vive senza seguire virtude e conoscenza, ma solo si dà cura di pascersi e crescere: vegetare. P. pres. veggetanti: vegetante. P. pass. veggetatu: vegetato.

Veggetativu. add. Che ha facultà di vegetare: vegetativo.

Veggetazzioni. s. f. Il vegetare: vegetazione.

Vèggetu. add. Prosperoso, rigoglioso: vègeto.