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ASC — 89 — ASI

ro: ritrovare. || nun l’ascianu li cani di rannazzu, per dire che sia difficile a rinvenirsi.

Asciata. s. f. Colpo d’ascia: asciata.

Asciatu. add. da asciari: rinvenuto, ritrovato. || Quando uno parso smarrito il si recupera diciamo: pri mia è asciatu: per me è trovato, riacquistato; così di uno scampato da morte, malattia: mi pare avanzato alla morte.

Ascidda. V. scidda e derivati.

Asciddicari. V. sciddicari (Scarpitta).

Ascilancatu. add. Affamato, famelico. || Avido. || Da cilanca o cinanca V.

Asciluccarisi. v. intr. Essere guasto dallo scirocco: riardersi, avvampare.

Asciluccateddu. add. dim. Un po’ riarso, aridito.

Asciluccatizzu. add. dim. Mezzo riarso.

Asciluccatu. add. Riarso, disseccato. || Detto ad uomo: infiacchito, infiebolito.

Ascindònica. s. f. e add. T. stam. Spezie di carattere da stampa: ascendonica.

Asciorta. V. sciorta.

Ascippari. V. scippari (Scarpitta).

Ascirupparisi. V. asciucarisi nel 2º paragr. (||).

Ascitedda. s. f. dim. di ascia: ascetta.

Asciucamanu. s. m. Tovaglia per asciugar le mani: asciugamano.

Asciucamentu. s. m. Asciugamento.

Asciucari. v. a. Toglier l’umido alle cose: asciugare. || asciucarisi ad unu: tirar su le calze a uno, scalzare uno, tirar artatamente altrui a palesar ciò che sa.

Asciucata. s. f. L’asciugare: asciugata.

Asciucatedda. dim. Asciugatina. V. participiu.

Asciucaturi. s. m. Panno da asciugare o asciugarsi: asciugatojo. || Per asciuttapanni V. || Luogo ad uso di seccarvi frutte ecc. seccatojo.

Asciucavutti. s. m. Chi beve molto: beone.

Asciuneddu. s. m. dim. d’asciuni. Strumento rustico tagliente: scurino, mannaretta.

Asciuni. s. m. Strumento simile all’ascia, forse la scure.

Asciurtatu. add. Che ha sorte, avventura: avventuroso.

Asciuttamenti. avv. Asciuttamente.

Asciuttapanni. s. m. Arnese a foggia di gabbia semicircolare per asciugarvi i panni sul braciere: trabiccolo.

Asciuttari. V. asciucari.

Asciuttu. add. da asciucari: asciutto. || Detto d’uomo fermo, accorto, destro: assentito. || Che sta mal a quattrini: spiantato. || Detto di vino, forte.

Ascutamentu. s. m. Ascoltamento.

Ascutari. s. m. Star a udire con attenzione: ascoltare. || Seguire l’altrui consiglio: ascoltare, dar retta. || Adempiere l’altrui volontà: ubbidire. P. pass. ascutatu: ascoltato, ubbidito.

Ascutaturi –turatrici. verb. Chi o che ascolta: ascoltatore –trice. || Chi o che ubbidisce: ubbidiente.

Asfaltu. s. m. T. min. Bitume solido, frangibile, nero, combustibile: asfalto.

Asfudigghiu. V. arvuzzi.

Asìlu. s. m. Luogo dove altri si ricovera in sicurtà: asilo. || Qualunque luogo ove altri si ristà per bisogni fisici o morali: asilo.

Àsima. s. m. Malattia che impedisce la respirazione e fa ambascia: asma, asima.

Asinarìa. s. f. Asinità: asineria.

Asinàriu. (Meli) add. Asinino: asinario.

Asinaru. s. m. Guidatore di asini: asinajo.

Asinazzu. pegg. d’asinu: Asinaccio. || Detto ad uomo rozzo, caparbio: asinaccio.

Asineddu. dim. Asinello. || T. zool. Pesce bianchiccio, con coda divisa in due lobi, linee laterali nere ed al fianco sinistro una striscia bruna: asello, gado asello.

Asiniari. v. a. Beffare: cuculiare, berteggiare, uccellare. || intr. Far il cascamorto. || intr. pass. Illudersi, lusingarsi.

Asininu. add. Di razza, o simile all’asino: asinino.

Asiniscamenti. avv. Con asinità, ignoranza: asinescamente.

Asiniscu. add. A mo’ d’asino: asinesco.

Asinità e Asinitati. s. f. Astratto d’asino: asinità, asinitade, asinitate. || Met. Modo di procedere ignorantemente, scortesemente: asinità. || Cosa da nulla: bazzecola, bagattella. || Met. mettiri l’asinitati in quistioni: disputar dell’ombra dell’asino, disputar di cose inconcludenti.

Àsinu e anco Sceccu. s. m. T. zool. Quadrupede noto: asino. Equus asinus L. || Detto ad uomo, zotico, ignorante: asino. || fari l’asinu, far il cascamorto, lo spasimante. || cu’ nun po’ all’asinu duna a la varda: chi non può dar all’asino dà al basto, chi non può vendicarsi con chi vuole, si vendica con chi può. || attacca l’asinu unni voli lu patruni: lega l’asino dove vuol il padrone, si fa il volere di chi comanda. || cursa di l’asinu: trotto d’asino, cosa che dura poco; e fari la cursa di l’asinu; affaticarsi invano per essere arrivato tardi. || asinu puta e Diu fa racina, quando si fan le cose senza quasi saperle e talvolta riescono. || l’asinu porta la pagghia e l’asinu si la mancia: faticare per sè. || fari viviri un’asinu pri forza: far bere l’asino quando non ha sete, far cose per forza e senza bisogno. || asinu mortu e puleju a lu nasu; far cosa quando non si è più in tempo: all’asino morto biada alla coda: dicesi ancora nelle cose irreparabili, e Pasq. dice che vuol dire anche: dar l’incenso ai morti o a’ grilli, far cose inutili. || l’asinu crisci e la vardedda accurza; per ischerzo a chi cresce di statura e le vestimenta non gli vanno più. || cu’ si teni e ’un’è tinutu è un asinu vistutu: chi si battezza savio s’intitola matto. || ogni cuda d’asinu cci pari un arcipreti. V. arcipreti. || senza nè asinu nè bestia: impensatamente, sconsideratamente. || essiri un asinu quasatu e vistutu: esser un asino calzato e vestito, essere pretto un asino. || cu’ è cchiù asinu, cu’ mancia pani o cu cci lu duna a manciari? chi è il grullo, chi ne dice o chi ne crede? a quante cose puossi applicare!... || aviri l’asinu e jiri a pedi: aver le comodità e non se ne servire. || l’asinu quannu arragghia o voli oriu o voli pagghia; è anche met. per coloro che gridano o reclamano. || l’asinu ch’avi fami mancia d’ogni strami: asino che ha fame mangia d’ogni strame. || a tal asinu tali vastuni: a tal labbra tal lattuga, a ognuno sua cosa adattata. || cu’ nasci asinu sempri è asinu: chi asin nasce, asin muore. || cu’ lava la testa al-