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TIR — 1033 — TIR


Tiratura. s. f. Il tirare: tiratura. || L’atto e l’effetto del tirare degli stampatori, e il prezzo che si paga per ciò: tiratura. || L’alzare e ciò che si paga a colui che alza i mantici degli organi nelle chiese: alzatura di mantici (Tomm.).

Tiraturi. verb. Chi o che tira: tiratore. || Chi è valente imberciatore: tiratore. || Schermitore bravo. || Quella pietra che usano i tessitori per tenere tirante la massa dei fili. || V. turculeri. || V. casciuni. || Due sporgenze di ferro dove nelle piccole carrozze si attaccano le stanghe. || La corda lunga attaccata alla unione delle due contrine, con cui l’uccellatore tira le reti: tiratojo. || Per catu V. (all’Alia). || Arnese per trarre la brace dal fuoco: tirabrace.

Tirdinareddu. dim. di tirdinari. || Quel vano che vedesi all’una delle estremità dell’uovo, che pare un torlicino: follicolo dell’aria.

Tirdinari. s. m. Era fino al 1860 una moneta di Sicilia che equivaleva a un centesimo circa. Metatesi di tri dinari, V. dinaru § 1° || nun valiri tirdinari, valer poco davvero: non valer un soldo. || tirdinari e mi cci miscu, per baja dicesi di tale che mette il naso per tutto: ciaccino, ficchino. E di un presuntuoso che voglia intromettersi in cose superiori al suo merito: ogni cencio vuol entrar in bucato.

Tiredda. s. m. Superficie serrata, di uomo grasso (Pasq.)

Tiriaca. V. triaca.

Tirichitì. s. m. Sorta di uva di piccioli chicchi.

Tirichitolla. V. ebbirichitolla.

Tiriddu. V. canneddu § 1°.

Tirilliari. (An. M.) V. sfardari.

Tiringattu (A. V. toccamuru (a.

Tiripitirri. s. m. pl. Piacevolezze, affettazioni: lezii, moine.

Tiririddu. V. triddu. || V. anche fretta.

Tiritànghiti. V. tiritìnghiti.

Tiritàppiti. V. tappiti.

Tiritìnghiti. E si dice: tiritinghiti e tiritanghiti, per esprimere il dar delle batoste: picchia ch’i’ picchio.

Tiritùffiti. V. tàppiti.

Tiritùffulu. V. tartuffulu.

Tiritùppiti. V. tùppiti.

Tirminari. V. terminari.

Tirmintina. V. trimintina.

Tirnetta. V. trina.

Tirniceddu. dim. di ternu: ternetto (in Firenze).

Tirnità, Tirnitati. V. eternità. || Sta pure per trinità V.

Tirraggeri. s. m. Quegli che tiene gli altrui poderi a fitto, con pagar tanta parte di raccolto secondo la convenzione: mezzadro.

Tirragghi. s. f. pl. Lavori di terra fine, ma inferiore alla porcellana: terraglie.

Tirraggiolu. s. m. Canone enfiteutico, che si paga in derrata, quando si semina la terra a biada.

Tirràggiu. s. m. Affitto che si riceve dalla terra: terràtico.

Tirraloru. add. Colui che trasporta terra, arena, mattoni o rottami di fabbriche colla carretta o colle bestie.

Tirraneddu. dim. di tirranu.

Tirranu. add. Che è in sulla piena terra, o fatto in terra, o che si alza poco da terra: terragno. || Detto di case a un solo piano: casa terragna.

Tirrazza. pegg. di terra: terraccia. || V. tirrazzu.

Tirrazzanu. add. Natìo o abitator della terra o città: terrazzano.

Tirrazzu. s. m. Parte alta della casa, scoperta, o aperta da una o più parti: terrazzo. || Per sterru V.

Tirrazzuni. accr. di tirrazzu: terrazzone.

Tirrenu. V. terrenu.

Tirrestri. V. terrestri.

Tirri. Detto ripetutamente, tirri tirri, vale: prestamente; e talora: strapazzatamente.

Tirribili. V. terribbili e seguenti.

Tirribbilìa. s. f. Cose terribili. || È anco add. V. terribili.

Tirribbìliu. s. m. Qualità di ciò che è terribile: terribilità. || fig. Per dinotare gran quantità di cose e persone: visibilio. || Fracasso, confusione: scompiglio, buglione.

Tirribiliuni. accr. di tirribbiliu.

Tirrìbbuli. Idiotismo per terribbili V.

Tirricciola. dim. di terra, terra sottile e leggiera: terriccia. || In senso di piccolo paese: terricciuola, terretta.

Tirricciuledda. dim. di tirricciola.

Tirricedda. dim. di terra.

Tirrichitì. s. m. Trastullo formato di mezzo guscio di noce, con una cannuccia attaccata, che urtando colle dita fa certo suono come un richiamo da pettirosso.

Tirrignu. add. Che ha qualità della terra: terrigno.

Tirrimutuni. accr. di terremotu. || Si dice per dire grado eccellente nel proprio genere, onde lu tirrimutuni di l’omini. || Per esprimere anche gran quantità: un visibilio.

Tirrinchiànculu. add. Di uomo di statura bassa, carnacciuto, tozzo: tonfacchiotto.

Tirrineddu. dim. di tirrenu: terrenello, terreno magro.

Tirrinu. V. tirrenu.

Tirripitirri. Voce scherzevole per imitare qualche suono. || V. tirripitirri.

Tirritòriu. V. territòriu.

Tirritu. s. m. Tela listata da materazze

Tirrozzu. s. m. Terreno magro: terrenello. || Terra incolta: terra soda. || V. stirratura. || Terra e pietre trite mescolate: terriccio. || siminari a tirrozzu, senza maggese. || Prov. tirrozzu, fazzu quantu pozzu, quando la terra non risponde, non v’è lavoro che tenga.

Tirrunaru. s. m. Chi fa o vende torrone, e anco altri dolci; specialmente quelli che vanno vendendolo dovunque ci son feste o fiere: bozzolaro (così parmi aver udito da uno di Firenze). || Per dolciere in generale, di quelli che van girando colle loro baracche. || Per celia, dicesi di chi va girando per diletto per ogni festicciola, o si trova presente a ogni menoma riunione.

Tirruncinu. s. m. Confezione di zucchero e pistacchio, ridotta a sodissima consistenza. || Sorbetto di mandorle e pistacchi.

Tirruneddu. dim. di tirruni.

Tirruni. s. m. Confezione di mandorle, zucchero ed albume, ridotto a consistenza: torrone. || Per sim. di cose sode o dolci.