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TAC — 1010 — TAD


Taccagnarìa. s. f.Astuzia (Sp. tacañeria: astuzia). || Spilorceria: taccagneria.

Taccagnu. add. Scaltro, astuto (Sp. tacaño: astuto). || Avaro: taccagnoso.

Taccagnuni. add. Avaro: taccagnone.

Taccamacca. s. f. T. bot. Sorta di resina stillata da un albero dello stesso nome, ha odore forte simile allo spigo: taccamacco. Fagara octandra L.

Taccariari. v. a. Percuotere fortemente e anco ferire: flagellare, tartassare. P. pass. taccariatu: flagellato, tartassato.

Taccazza. pegg. di tacca.

Tacchïari. v. a. Bruttare con macchie: macchiare. || Quando una roba bagnata macchia un’altra roba (a volte anche questa bagnata) si dice in Toscana: sgorare, p. e. sposina, ritirate quella roba che stilla, se no la mi sgora la mi’ roba sotto (Capuana). (Sp. tacar: macchiare). In senso quasi simile Villani usò taccare, dicendo: leoni taccati di diversi colori; però taccare vale: segnare o contrassegnare con tacche.

Tacchïata. s. f. Il macchiare: macchiata.

Tacchiatu. add. Macchiato. || met. Macchiato di qualche vizio disonorante: lordo, contaminato.

Tacchicedda. dim. di tacca: macchierella, teccola. || Vizio o macchia di costumi: taccherella.

Tacchiggiari. v. a. T. tip. Aggiungere pezzuoli di carta nei vari luoghi dell’impronto, dove manca o riesce debole l’impressione: taccheggiare (Car. Voc. Met.).

Tàccia. s. f. Spezie di chiodo piccolo a gran capocchia: bulletta. || – di ferru filatu: punte da ardia. || – di canna: stecchi per impostar tacchi. || (Sp. tacha: chiodo ecc.). Pecca, colpa, mancamento: tàccia. || Macula, imputazione di vizio: taccia. || Prov. nun putiri fari tacci e ferru nta ’na vota, non poter fare due cose a una volta: non si può strigliare e tener la mula.

Tacciari. v. a. Imputare, dar altrui mal nome: tacciare. || Prov. cu’ ad autru tacciari vurrà, guarda a sè stissu e poi dirrà, chi vuol dir mal d’altrui, pensi prima di lui. P. pass. tacciatu: tacciato.

Taccitedda. dim. di taccia: bullettina.

Tacciuna. accr. Bullettone.

Taccu. s. m. La parte della scarpa che sta sotto il calcagno ed è più alta del suolo: tacco. || T. tip. Pezzuolo di carta o simile, che si pone sul timpano per rialzarlo nelle parti difettose: tocco. || Il bastone che serve per dare alle palle nel giuoco del bigliardo: stecca. || T. mar. Legni attaccati ai vasi delle galee, quando si varano i quali tengono il corpo della galea diritto, sicchè non trabocchi da una banda o dall’altra: sifutti (Zan. Voc. Met.).

Taccuinu. s. m. Libretto da scrivervi su memorie e note: taccuino.

Tàcculu. s. m. Cosa noiosa o imbrogliata, litigio, tresca, o altro che rechi fastidio: tàccolo. || V. barra. || Vizio, magagna: taccola.

Taccunazzu. pegg. e accr. di taccuni.

Taccuneddu. dim. di taccuni.

Taccuni. accr. di taccu. || T. agr. L’occhio che s’incastra nella tagliatura del nesto: scudicciuolo, scudetto. Onde innestare a scudicciuolo. || Spazii quadri che si fanno negli orti: quaderno. || Detto di uomo rozzo: materialone. || Pezzo di checchessia con cui si rattoppano gli oggetti fatti della stessa materia. Alla voce vecchiu add., V. il prov. l’omu vecchiu è comu la quadara ecc.

Taccuniari. V. intaccuniari. || – ’na timpulata, dar uno schiaffo.

Taciariari. v. a. Tagliar intorno: circoncidere (Mal.).

Tacimaci (A. posto avv. Si dice del fare checchessia in compagnia, ma pagando ciascuno il proprio scotto: a bocca e borsa (Pasq. crederebbe esser voce composta da tascia e mancia, quasi dire si paghi quanto si mangia).

Tàciri e Tacìri. v. intr. Non parlare (A. V. ital. tacire. Guittone). || S’usa anco intr. pron. tacersi. || Prov. cu’ taci accunsenti: chi tace acconsente. || vidi e taci si beni aviri voi o si vo’ campari ’m paci: udente e non dicente non è mancante, o siedi e taci e averai pace. E altro prov. similmente dice: assai sapi cui taciri sapi, infatti la cosa più naturale dello sciocco è voler sempre parlare a proposito od a sproposito: assai sa chi non sa, se tacer sa. E parimenti altro, cu’ taciri nun po nun sa parrari: chi non sa tacere non sa parlare. || lu taciri è prudenza, ma non sempre. || lu taciri è risposta, per chi l’intende. || si taci pirchì nun si sapi chi diri, dunque non è sempre buon segno il tacere. Infatti altro prov. dice: si divi taciri a tempi e a locu. || è megghiu taciri ca malu parrari: parla poco e ascolta assai e giammai non fallirai. || lu taciri è virtù ma nun è di tutti, poichè pochi son virtuosi. P. pass. taciutu: taciuto.

Tàciri e Tacìri. s. m. Silenzio: tacere.

Tacitamenti. avv. Chetamente, segretamente: tacitamente. || In modo tacito, non detto e sottinteso: tacitamente.

Tacitu. add. Cheto, non parlante, non rumoroso: tacito. || Non detto, sottinteso: tacito.

Taciturnità. s. f. L’esser taciturno, lo star cheto: taciturnità.

Taciturnu. add. Che tace che non fa rumore: taciturno.

Taciutu. P. pass. V. in taciri.

Taddari, Nella frase aviri li taddari, avere dovizie. Forse dalla moneta tallero.

Taddarita. s. f. T. zool. Animaletto mammifero e volatile, esce di notte, poichè il giorno sta nascosto: nòttolo, nòttola, pipistrello, vipistrello. Vespertilio L. (Da tardi in senso di sera, come il tardes (sera) spagnuolo, ne possa esser venuto il nostro, come da notte ne venne nottola).

Taddaritazza. pegg. di taddarita.

Taddaritedda. dim. di taddarita.

Taddaritiari. v. intr. Volar come la nottola (taddarita). || met. Andar intorno oziando, senza posa e senza scopo: gironzare, bighellonare.

Taddarituna. accr. di taddarita.

Taddarutu. add. Grosso e robusto: atticciato.

Taddazzu. pegg. di taddu: costolona.

Taddema. s. m. Cerchio luminoso che adorna il capo delle immagini di santi: aurèola (corrotto forse da diadema). || Per cappello a tese larghe.