senza la quale è impossibile piacere à Dio, dovemo esser apparecchiati ad esporre non solo la robba, ma la vita ad ogni pericolo, et confidati nella divina gratia morire, se cosi fosse di bisogno, con ogni acerbità di dolore, come lo hanno già fatto al tempo della primitiva Chiesa tanti, et tanti gloriosi, et fortissimi martiri. Per il che è cosa degna di riprensione, et di compassione insieme, il vedere quanta poca cognitione sia, generalmente parlando, nel popolo christiano de i misterii della nostra santa fede, i quali intesi, hanno grandissima forza di infiammare i nostri cuori dell’amor di Dio, et di svegliarci dal sonno del peccato, si che ci disponiamo à non offendere un Dio tanto buono, che tanto ha fatto per noi, et che tanto ci ama, et ha preparati gli eterni beni, che nè lingua può esprimere, nè intelletto pensare à quelli che lo amano in carità; percioche non basta la sola et nuda fede, della quale alcuni vanamente si gloriano senza la carità, per condurci alla sempiterna vita; onde è scritto, che la fede senza le opere è morta, et otiosa; ma la fede viva, et efficace, che ci unisce perfettamente con Christo, et che ci fa vive membra del suo corpo, et che ci dà l’eterna vita, è la fede che opera per la carità, et per la dilettione, come l’Apostolo dice. Et benche sia vero, che la moltitudine non è obligata saper cosi sottilmente molte cose della fede nostra, le quali si appertengono più à coloro, che nel popolo di Dio tengono il luogo di maestri, che sono i Chierici, et Pastori, nondimeno anchora i semplici, et idioti sono obligati a sapere almeno sommariamente, et cosi in universale i principali misterii della nostra Catholica Religione. Come per esempio, che Dio è trino in persone, et uno in essenza; che la seconda persona, verbo eterno, unigenito figliuolo del celeste padre, si è incarnato, et fatto huomo, et ha patito morte per nostra salute, et altri simili, altrimenti guai a chi per sua colpa in cose tanto importanti è ignorante; percioche è scritto, chi ignora, sarà ignorato, cioè non sarà riconosciuto da Dio, nè admesso nel numero de gli eletti suoi. Ma egli si vede spesse volte avvenire, che non solo gli huomini plebei, et che stanno lontani dalle Città, et da molti aiuti, che la maggior frequenza de gli habitatori somministra, sono ignoranti delle cose della religione; ma non meno di loro molti agiati cittadini, et gentil’huomini, et tali che si trasmettono in molti negotii, et traffichi, et affari del mondo, et par loro di essere di gran giuditio, et intendimento, et nondimeno sono pochissimo instrutti delle cose della fede nostra, et dell’offitio, et de gli oblighi del vero christiano, et poco sanno per quali mezzi, et vie si debbia pervenire all’eterna salute, per la quale Iddio ci ha creati, et quello ch’è peggio, non solo alcuni non sanno cose tanto importanti, ma nè anco si curano di saperle, et par