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PRIMO. | 26 |
republica che essere ordinata talmente, che quella buona disciplina che il giovanetto havrà appresa per la educatione domestica, la conservi per la publica, anzi la accresca, essendo ragionevole che il publico bene, sia maggiore, et più perfetto del privato, si come per contrario troppo è da dolersi, quando mancando per qual si voglia accidente, la disciplina privata, et il freno dell’autorità paterna, non rincontra il giovanetto nel publico, molti padri, et molti freni che ritengano gli impeti suoi, et non lo lascino à voglia sua, et de i suoi corruttori dissipare le sustanze non sue, ma della famiglia, et della patria, et in somma non gli permettano di vivere come quel figliuolo prodigo, di cui l’evangelio ragiona, onde poi nascono tanti mali, che lungo saria il raccontarli.
Ma ritornando al nostro proposito, non solo tra la educatione privata, et la publica, ma tra la morale, et la christiana ha da esser congiuntione, et ordine talmente che si habbia per certo, che ogni studio della educatione morale, è debole, et imperfetto, se non si riduce alla educatione christiana, come più alta, et più eccellente, et come fine, et perfettione d’ogni altra.
Finalmente conviene che tra il governatore temporale, et lo spirituale sia somma unione, et concordia, et che nella educatione publica, et in ogni altra cosa concernente il ben commune, si ricordi il politico che ha da ministrare, et prestare aiuto al rettore ecclesiastico non altrimenti che il braccio sinistro concorre unitamente con il destro alle operationi, per beneficio di tutto il corpo. Et quanto maggiormente il reggimento temporale ordina se medesimo à lo spirituale, et più lo favorisce, et promove, tantio più serve alla conservatione della Republica, percioche mentre il rettore ecclesiastico procura di far un buon christiano, con l’autorità et mezi spirituali, secondo il fin suo, procura insieme in conseguenza necessaria di far un buon Cittadino, che è quello che si pretende dal politico. Ilche avviene perche nella santa Chiesa Catholica Romana, Città di Dio, posta su’l monte, di cui tutti i battezzati, et regenerati in Christo, sono Cittadini in questa dico santa Città, et perfettissima Republica, quale à pena per sogno videro gli antichi filosofi, una istessa cosa è assolutamente il buon cittadino, et l’huomo da bene. La onde grave errore è di coloro, che disgiungono cose tanto congiunte, et pensano poter havere buoni Cittadini con altre regole, et per altre vie, di quelle che fanno il buon Christiano. Et dica pure, et discorra la prudenza humana, quanto gli piace, che non è possibile che partorisca vera pace, nè vera tranquillità temporale, tutto quello che ripugna, o si diparte dalla pace, et felicità eterna. Ma lasciando