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PRIMO. 24

Omnis caro corruperat viam suam, ogni carne, cioè tutti gli huomini havevano corrotta, et contaminata la via loro. E adunque grande, come habbiamo detto, la pronità, et inclinatione nostra al peccato, et come che verissimo sia, che non potiamo superarla senza l’aiuto della divina gratia; è però ancho vero che noi debbiamo accettare, et cooperare con la divina gratia, la quale ci previene, et ci eccita, et ci è offerta dal benignissimo Iddio, come una armatura forte contra tutti i vitii; ma perche l’huomo è libero, et opera liberamente, può non accettare la gratia, et può per sua infingardaggine lasciarsi vincere dall’appetito disordinato, et dal gusto de i diletti presenti; onde è necessario, che l’huomo si facci una certa forza, et violenza, et come S. Paolo dice, castighi il corpo suo, et lo riduca in servitù della ragione, ricordandosi della sentenza del Salvatore, che dice, che il regno de i Cieli patisce forza, cioè si può, et deve prendere per forza, et i violenti son quelli che lo rapiscono.

Della gran forza della assuefattione, et della necessità di cominciar à buon’hora à resistere al male. Cap. XLI.

E adunque necessario, che volendo essere virtuosi facciamo violenza à noi medesimi, ma questa violenza è accompagnata da fatica, et da dolore, per la lutta, et repugnanza della parte sensuale, la quale pugna, come è detto, la maggior parte de gli huomini non vogliono sopportare. Et per questo importa sopra modo ad assuefarsi à voler il bene, et aborrire il male sino dalla più tenera età, pèrcioche la forza della consuetudine, è grandissima nell’una parte, et nell’altra, et da lei nasce l’operare non solo senza dolore ma con facilità, et diletto. Onde un gran savio del mondo lasciò scritta questa sentenza, Non è di poca importanza anzi è il capo, et la somma della cosa, l’essere altrui avvezzo in una, o in un’altra maniera. Et è questo cosi vero, che etiandio nelle cose contrarie et moleste della natura, la consuetudine ha potere di farle dilettevoli; hor quanto più potria farlo nelle cose che hanno conformità con la natura, come è la virtù? conciosia che nell’huomo restino anchora molti semi d’una certa inclinatione al bene, al giusto, et all’honesto, ma questi semi per loro stessi anchor piccoli, et nascosti, conviene andarli scoprendo, et nutrirli, accrescerli, et cultivarli, acciò non siano suffocati dalle contrarie inclinationi, non altrimenti che vediamo avvenire d’un campo grasso, il quale se non è cultivato, altro non produce che copia grande di herbe inculte, et di spine. La onde la scrittura santa in molti luoghi ci ammonisce à cominciar di buon’hora questa cultura spirituale, sbarbando