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PRIMO. 20

à i peccati, i quali non si doveriano comportar da i battezzati, anzi doveriano, come è detto, imporre loro nome di Santo Christiano, alla intercessione del quale potessero spesse volte il padre, et la madre raccomandare il figliuolo, et darglielo per particolare avvocato, avvezzando il fanciullino, mentre và crescendo, à far il medesimo, et eccitandolo alla virtù con l’esempio della vita di quel Santo, il quale piamente chiamato ne i bisogni, da colui che nella fanciullezza vi fu ammaestrato, non ha dubbio ch’egli otterrà da Dio molte gratie, et per conservatione della vita, et per beneficio dell’anima, si come nelle historie et leggende de i Santi si può osservare. Et quando altra ragione non ci fosse, deve in tutte le cose il padre christiano far aperta professione quanto egli desidera, che il figliuolo suo sia et di nome, et di effetti vero Christiano.

Della cura di formar il corpo de i fanciulli. Cap. XXXV.

Nel principio della infantia, non par quasi che si possa attendere ad altro che à formar bene il corpo del fanciullo, il quale studio se bene da lontano, et come dispositione remota, appertiene nondimeno alla educatione; perciò che il corpo è instrumento dell’anima et quanto meglio è disposto in tutte le sue parti, tanto più espeditamente può servire all’anima, et avviene non di rado, che ne i puttini sono alcuni difetti del corpo, che mentre le membra infantili per la tenerezza loro sono à guisa di molle cera, si possono in gran parte ricorregere con la diligenza di alcune donne allevatrici prattiche di si fatte cose, oltra che conviene avvertire nello infasciare, et nel maneggiare, et collocare il fanciullo di non offendere alcun membro, che facesse poi difformità, et impedimento alle operationi humane, et civili; che se alcun padre, ò madre si trova di animo cosi crudo, et bestiale, che per fine di guadagno storpii, et deformi il proprio figliuolo, non so qual pena non meriti tanta impietà.

Siano anchora avvertite le madri, et le nutrici di non porre facilmente la creatura nello istesso letto dove esse giaceno, per il pericolo della suffocatione; et parimente avvertano che ella non resti sola, esposta a varii accidenti, come di fuoco, ò di cadimento, ò di animale che potesse fargli male; poiche sino dalle gatte domestiche si legge in alcuna historia haver tratto gli occhi del capo, et mangiatoseli, d’una povera creatura abandonata nella culla.

Et per continuar il filo di questa istessa materia, che tocca alla buona formatione del corpo, dico che questa cura et diligenza ha da perseverare per