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PRIMO. | 19 |
Della perseveranza della oratione nel tempo della gravidanza. Cap. XXXII.
Deve la buona madre, poi che per gratia di Dio si sente esser gravida multiplicar i rendimenti delle gratie, et le orationi al Signore, raccomandandogli il felice parto della creatura, et dedicandola spesso con nuovo affetto al suo servitio, in qualunque stato egli si compiacerà di volerlo, ò sia nella religione, ò nel secolo. Cosi mi persuado io che stavano pregando, et offerendo à Dio i loro figliuoli, alcune sante donne, alle quali Iddio volse rivelare, mentre erano gravide, grandi cose de i figliuoli che dovevano nascere da loro; si come si legge della madre di S. Domenico, la quale essendo gravida, gli parve vedere in sogno ch’ella havea nel ventre un cagnuolo, il quale portava in bocca una facella, con la quale, uscito fuori, infiammava tutto ’l mondo; si come veramente fece Domenico santo con lo splendore della santità et dottrina sua, et ha fatto, et fa anchor tuttavia per mezzo di infiniti huomini illustri del suo ordine. Devono anchora le donne gravide astenersi da moti violenti del corpo, et da altri disordini, che potessero cagionare aborto, ò altro nocumento alla integrità et sanità del feto, et creatura, il che avvertire più in particulare è offitio di medici, et non del presente instituto.
Che non si deve differire il battesimo. Cap. XXXIII.
Se il buon padre, et la divota madre hanno spesse volte raccommandato, et offerto a Dio il lor figliuolino mentre era nel ventre materno, è ben giusto, che poiche egli è nato, et è venuto novello pellegrino in questa valle di lagrime, sia quanto più presto presentato al tempio santo di Dio, et al fonte del santo Battesimo, acciò rinasca più felicemente di acqua et di spirito, et mondo, et candido sia inserito in Christo, et sia connumerato col popolo fidele, che sotto il vessillo della Croce milita, et guereggia contra il diavolo, contra il mondo, et le pompe sue, et contra la carne nostri perpetui et crudeli nemici. Per tanto devono i padri, et le madri esser solleciti di far battezzare senza dilatione la creatura, ricordandosi di quel fermo decreto del Salvatore; che se alcuno non sarà rinato d’acqua et di Spirito santo non può entrare nel regno di Dio. Adunque non ci essendo altra via di salute per i piccoli fanciulli, se non quella del battesimo, grave colpa si commette quando troppo lungamente sono lasciati i poveri infanti senza l’aiuto della divina gratia, et senza la giustitia, che per Christo conseguiscono nella regeneratione del battesimo; perilche niuno sia così poco avveduto,