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LIBRO |
tempestoso, dove à tutte l’hore si sta per far naufragio, essendo ogni cosa piena d’insidie di invidie, et di simulationi, et essendo la gratia de i Principi sostenuta da un debol filo, che per ogni piccolo accidente si rompe, delle quali cose io non voglio parlare più à lungo, acciò alcuno non dicesse, che io fo offitio più di mordace, che di prudente.
Della providenza paterna circa il mettere i figliuoli in corte. Cap. LXXXV.
Ma ritornando al nostro padre di famiglia dico che deliberando egli di mettere il figliuolo in Corte, deve avanti ogni cosa persuadersi che non tratta di piccola deliberatione et però non si avventi ad ogni ombra di apparente utilità, et di interesse, et dove habbia luogo di poter fare elettione più d’una, che d’un altra Corte, pongasi prima ad esaminar bene tutte le circonstanze, che si rappresentano, chieda consiglio, à i più intendenti, veda le riuscite de gli altri cortigiani, cerchi havere informatione della natura del Principe, et delle conditioni di quella tal Corte, dove egli hà mira, esamini anchora le qualità de lo istesso figliuolo, percioche non tutti sono atti à servire, ne à sapersi accomodare à quella maniera di vivere, la quale vuole molta patienza et uno ingegno versatile et avveduto, et che con destrezza sappia sopportare molte imperfettioni, et del signore et de suoi compagni aulici, dissimulando gentilmente alcune cose, la onde gli impatienti, i troppo sensitivi, et soverchiamente collerici, male vi possono durare, et per l’altra parte alcuni non molto accuti, ma alquanto tardi di giuditio et d’una certa semplice bontà bene spesso non fanno altro frutto in Corte, che esser il trattenimento et la favola de i Cortegiani. Non penso essere espediente, communemente parlando, il mandar i figliuoli in Corte mentre anchora sono giovanetti, ma è più sicuro lasciarli alquanto maturare, si per meglio fondarli nel timor di Dio, si perche possano dar perfettione à li studii, si anchora, acciò meno siano esposti à molti pericoli delle più tenere età, non nego però che questa regola può havere qualche limitatione, trovandosi forse alcun Principe che allieva queste piante giovanette, dico figliuoli nobili facendo haver di loro molta cura, et governo, et procurando di condurle à maturità d’ogni maniera di virtù, cosi leggiamo nella sacra scrittura, che Nabucdonosor Re, commandò che si facesse scelta di diversi fanciulli del seme reale, et della nobiltà d’Israele condotta in captività, i quali fossero senza macchia di bello aspetto, et bene ammaestrati et litterati, si che fossero degni di stare nel Palazzo del Re, ordinando che s’insegnassero loro