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TERZO. 176

Delle esercitationi militari, et della caccia. Cap. LXXVIII.

Poco è quello, che io posso ricordare circa le esercitationi militari non havendone io intelligenza alcuna, basta dire che il nostro padre di famiglia havrà cura, che il giovanetto sia di corpo robusto, atto à supportar le fatiche, non molle, et effeminato, onde ne i soldati particularmente sono da fuggire le soverchie delicatezze, anzi conviene che si assuefaccino à i caldi, à i freddi, à i venti, al sole, et alle altre incommodità, fuggendo l’otio, et la crapula, et altre cose che snervano le forze. Appertiene à questa professione il sapere ben cavalcare, cosa che per ordinario come diceva un scrittor Greco, sola fanno perfettamente i principi, et i nobili, percioche il cavallo non sa adulare, parimente lo armeggiare con varie sorti d’arme, il saltare, et cose simili, et oltra gli esercitii privati non disconverria che vi fossero nelle Città, à guisa di schuole, dove à certi tempi, et in luoghi separati, ò si facessero alcune recreationi della gioventù militare alla presenza di huomini esperimentati, et di autorità, si che ogni cosa passasse con buono ordine, et senza pericolo, et senza apparato di molta spesa. Essendo ragionevole che le ricreationi, siano ricreationi, et i giuochi giuochi, et non si faccia come si suol fare ne i publici spettacoli delle giostre, et torneamenti, spendendosi inutilmente nelle cose da scherzo, quello che si dovrebbe riservare per spendere nelle cose da dovero, et restando spesse volte alcuni feriti, storpiati, et morti, come se i giuochi, et le esercitationi fossero battaglie sanguinose, cosa abhorrita da gli istessi barbari, et con molta ragione condennata da i sacri Canoni.

È connumerata anchora tra gli esercitii convenienti à soldati la caccia, come una imagine di guerra, dove i corpi si assuefanno alla fatica, et à gli incommodi, et varietà dell’aria si riconoscono i siti de i luoghi, et ne seguono altre si fatte utilità, che conferiscono allo studio militare. Però non è da negarla al nostro figliuolo di famiglia, che havrà eletto quella sorte di vita. Desiderarei però che vi fosse moderatione in molte cose, prima che la spesa non eccedesse la misura debita, come da alcuni si fa per una vana ostentatione, potendosi ricrear l’animo, et essercitare il corpo con poco apparecchio. Secondariamente non è da lasciarsi trasportare tanto dall’amor del cacciare, che vi si occupi la maggior parte del tempo con pregiuditio di più nobili, più fruttuose, et più necessarie operationi. In ultimo ricordo, che questa ricreatione si deve pigliare con tal modo, che non s’incorra il pericolo di ammalarsi, ò per troppo freddo, e caldo, ò per altri accidenti, à i quali si espongono coloro che ne i