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PRIMO. 2

volontà della fanciulla, ò del figliuolo di non voler nozze terrene, ma celesti. Adunque molte gratie si debbono rendere al benignissimo Dio padre delle misericordie, ilquale non hà chiusa ad alcuno, ne fatta difficile la via della eterna salute, anzi in molti modi ce l’hà aperta, et spianata, talmente che non solo il povero di volontaria povertà, il religioso, il chierico, il vergine, et il continente, et quelli che per il regno del cielo hanno privati se medesimi della procreatione de i figliuoli, ma il ricco anchora, il laico, et secolare, et finalmente il padre di famiglia, ritenendo le sue ricchezze, et godendo della sua robba, della consorte, de i figliuoli, et de i servitori potrà con la divina gratia haver luogo, et parte nel regno di Dio, et nella beatitudine sempiterna.

Che in ogni stato è necessario il timor di Dio, et l’osservanza de i divini precetti. Cap. III.

S

Ono adunque, come è detto, questi varij stati, quantunque distinti di perfettione, tutti nondimeno buoni, et accetti à Dio, et ciascuno di loro è via che conduce al paradiso, benche alcuno più espeditamente, alcun’altro com maggior difficultà, et travaglio. Ma non sia però alcuno che inganni se medesimo, et si persuada haver fatto il tutto, eleggendo uno stato di vita, di sua natura lodevole; percioche se nello stato buono non vive bene, et non adempie gli oblighi della sua vocatione, in vano si pregiarà della bontà de lo stato suo; anzi come servo pessimo, et disobediente, che sapeva la volontà del suo signore, et non hà curato di eseguirla, sarà castigato aspramente. Per tanto non creda il maritato, se bene non è ligato con i vincoli della religione, et non si è spogliato delle proprie sustanze, nè dell’uso et potestà della carne, et finalmente non hà privato volontariamente se medesimo della istessa sua volontà, non creda dico di esser per questo sciolto, et libero da ogni obligatione, percioche molti, et maggiori che alcuni non si danno ad intendere sono gli oblighi de i maritati, et specialmente circa l’osservanza inviolabile della fede, et castità coniugale, come si dirà à suo luogo. Non dica adunque alcuno, io non sono nè monaco, nè frate, io non hò fatto nè voto, nè professione di castità, di povertà, ò di obedienza; ma dica più presto, io son Christiano, io nel battesimo hò fatto il gran voto, et la nobile professione di militare sotto il vessillo di Christo crocifisso, et di adempire con la sua divina gratia la sua santissima legge, hò rinontiato solennemente alla tirannide del diavolo, et del mondo, et hò posto il