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LIBRO |
Della necessità che si hà de gli agricoltori, et artefici. Cap. LXII.
Si è detto di sopra, che la Città è à guisa d’un corpo, composto di varie membra più et meno nobili, et ciascuno fa l’offitio suo pacificamente senza scisma ne dissensione alcuna, periclhe il corpo si mantiene in vita, et fa le sue operationi, bene et felicemente. Non altrimenti per conservatione della Città, sono necessarii non solo magistrati, et ministri del governo publico, ma anchora gli agricultori, et i pastori d’armenti, et di greggie, et pescatori et altri simili, che preparino per loro stessi et per tutti gli altri Cittadini, parte de i frutti della terra, parte de gli animali, varie sorti di cibi, et di nutrimenti, senza i quali non si può vivere; oltra che la cura de gli animali etiandio per altri rispetti fà di bisogno, cioè per il vestire, et per molti aiuti della vita humana; sono parimente necessarii gli artefici di molte maniere d’arti, altre dellequali fabricano gli instrumenti dell’altre arti, altre formano le vesti, altre edificano le case, altre i cibi dati da gli agricultori, et pastori acconciano più da vicino per l’uso dell’huomo, altre finalmente fanno altri offitii che saria cosa lunghissima à dire et non necessaria al nostro proposito, tanto basta che le arti che si chiamano mechaniche sono necessarie per poter vivere naturalmente et civilmente, et per difenderci dalle ingiurie, et del Cielo, et delle fiere et de gli huomini anchora, che sono violenti, et hanno del bestiale. Hor se cosi è, egli è anco vero, esser necessario, che i padri di famiglia somministrino alla Città huomini atti à questi esercitii, quantunque siano reputati bassi, et vili, poiche nel grado loro, hanno à concorrere alla conservatione et mantenimento della Città, non meno di quelli che si stimano nobili, et communemente sono esercitati da persone di più alto stato.
Che i poveri non devono attristarsi della loro conditione. Cap. LXIII.
Per tanto devono i poveri contentarsi della conditione loro, et non havere invidia à i ricchi, percioche come dice San Gregorio Nazianzeno Dottor gravissimo, et altri padri, à chi bene vuol considerare, megliore nelle cose di questa vita è la conditione de i poveri, che de i ricchi, imperoche delle cose più eccellenti della natura, come della luce del Sole, della respiratione, et salubrità dell’aria, della vita, della sanità, della robustezza, et altre cose tali godono non meno, anzi molto più i poveri, che i ricchi; ma quello che più importa, i doni celesti della gratia di