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TERZO. 154

della cosa, hanno caro che si sappia, et le fanno parlare con huomini litterati, onde nascono occasioni di prendere affettione ad alcuno, più che non conviene, massime per mezzo di componimenti vaghi, et dove è certa conformità d’ingegni, et di studii s’inteneriscono gli animi, et si nutriscono nel petto le fiamme occulte, che fanno poi non di rado miserabili incendii; però il buon padre di famiglia si contenti che la sua figliuola sappia dir l’offito della Santissima Vergine, et leggere vite de’ Santi, et alcun libro spirituale, et nel resto attenda à filare, et cucire, et à far gli altri esercitii donneschi, de i quali vediamo che la santa scrittura loda la donna virile, et forte, nella cui diligenza, et solleciutdine, et buon governo delle cose domestiche, si riposa il cuor del marito suo, et di lei dice la scrittura santa nell’ultimo. de’ proverbii, Quaesivit lanam, et linum, et operata est consilio manuum suarum, nelle quali parole loda il Savio la donna diligente che prontamente si adopra ne gli esercitii convenienti al sesso suo, come ne i lavori di lana, et di lino, et in queste tali materie con l’artifitio delle proprie mani si affatica; et molte altre cose simiglianti dice il Savio in quel luogo, descrivendo una ottima madre di famiglia. Perilche concludendo hormai questa parte, se ben non si nega, che ogni regola possa patire qualche eccettione, diciamo però che il miglior consiglio è communemente parlando, che le donne stiano contente à gli offitii proprii del sesso muliebre, et lascino à gli huomini quelli del sesso virile.

De la necessità et utilità della recreatione. Cap. XLVII.

È uno antico proverbio, et molto vero, che l’arco che sempre sta teso si rallenta, et diviene manco atto à tirare. Non è possibile affaticarsi continuamente, però fà bisogno di riposo, et di ricreatione, laqual presa opportunamente, et con la debita misura, non solo non noce, ma apporta molto giovamento, percioche come l’istesso nome di ricreatione ci da ad intendere, le forze del corpo, et dell’animo vengono à rinovarsi et in un certo modo à rinascer di nuovo, onde ritorniamo più vivaci, et più vigorosi alle consuete operationi; però disse il filosofo, che la requie, et il gioco, ilquale alla requie et al riposo si rassomiglia, sono delle cose necessarie della vita; et un’altro Filosofo dicea, che il giocare per fine di studiare era anchora molto ben fatto, onde non solo à gli huomini secolari, ma à i religiosi anchora, è non solo lecita, ma tal volta necessaria qualche honesta ricreatione, et è mancamento di giuditio lo scandalizzarsene, come alcuni laici fanno; il che si potria provar facilmente con esempii di santi