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TERZO. 151

il nostro Protonotario Pietro Gallesino, come si vede nel suo copioso Martirologio, uscito ultimamente, il quale è scritto molto latinamente. Ma nelle cose della Retorica, ottimo libro è la Retorica Ecclesiastica di Monsignor Agostino Valerio Vescovo di Verona, nelqual oltra esser scritto pura, et dilucidamente, vi è tutto il buono delle Retoriche di Aristotile, di Cicerone, et de gli altri, posto con bellissimo ordine, et con chiara brevità, ma di più i precetti dell’arte, sono spiegati con esempii christiani, et con sentenze utilissime de padri, perilche eshorto il nostro fanciullo studioso, à farsela molto familiare, et spetialmente i Chierici, per i quali il Signor Cardinale di santa Prassede Arcivescovo di Milano, gliela fece scrivere, procurando quel gran servo di Dio con tutti i modi possibili, di allevar molti buoni operarii nella vigna del Signore. Et perche i maestri sogliono far osservatione di alcune sentenze gravi di Cicerone, in lode della virtù, et biasimo del vitio, et farle imparare a mente à i scolari, ch’è lodevole usanza, mi sovviene che san Basilio nelle sue regole, ricorda al maestro de suoi novitii, che in luogo di favole narrino loro le historie delle cose mirabili fatte da Dio, descritte nelle divine lettere, et gli accendano alla virtù, con sentenze prese da i proverbii di Salomone. Et se bene il santo parlava per quelli che doveano esser monaci, è nondimeno ricordo utile per ogni maniera di fanciulli, massime che da questo seme, et da queste piante, hanno anco ad uscir de i monaci, et de i religiosi, non occorre allegar esempio per dimostrar quanto i detti del Savio siano giovevoli, et con non mediocre acutezza sententiosi, percioche tutto il libro de i Proverbii, et quell’altro anchora chiamato Ecclesiastico, son pieni di utilissime sentenze morali. Cerchi però il maestro se per ventura non fosse esercitato nella intelligenza della santa scrittura, di intenderle egli primieramente molto bene, et penetrare l’intimo del senso, con l’aiuto di alcun buono espositore, acciò meglio possa farne capaci gli scolari, benche ve ne sono molte chiarissime. Et poi che incidentemente citando il sudetto luogo di san Basilio, s’è fatto mentione di favole, delle quali i putti sono molto vaghi, et ve ne sono di quelle, che utilmente si possono dire à fanciulli, cioè quelle che da i Greci sono chiamate Apologi, che le altre veramente favole inutili, devono essere escluse. Mi occorre ricordare, che Gabriel Faerno di buona memoria, ne fece un libretto in versi latini, molto ben detti, et sono per il più di quella maniera di versi, poco dissimili alla prosa, ilqual libro io feci già stampare la prima volta, et mi pare, che il nostro maestro se ne potrà tal volta valere con i suoi fanciulli, che con diletto vi apprenderanno utili ammaestramenti, et buona latinità.