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LIBRO

importunamente il giorno, onde si vedano alcuni dormire, ne i luoghi dove si doveria vegliare. Et quantunque leggiamo di alcuni huomini di eccellente virtù, ò ne vediamo qualcuno, che come già vivendo più vita celeste, che humana, sia contento di brevissimo sonno, non però gli huomini communi devono misurarsi con le medesime misure, ma prendere una via del mezzo, in modo che questo nostro giumento, possa portar i suoi pesi commodamente, non gettando per troppa morbidezza il Cavaliero per terra, ne meno mancando egli per debolezza fra via, et cadendo, come si suol dire, sotto la soma. Bene è vero che la carne, amica de gli agi, sempre chiede di più del suo bisogno, per il che è bene assuefarsi da giovanetto à levarsi à buon’hora, che all’ultimo il sonno è una imagine della morte, et si può dire che quelli che manco dormono, vivono più. Et fra gli altri commodi della temperanza, et della sobrietà, di che habbiamo parlato di sopra, ne seguita anchor questo, che quelli, che cenano sobriamente havranno manco bisogno di sonno, et potranno levarsi più per tempo, et trattar con Dio prima il negotio dell’anima, come si disse parlando della oratione, et poi espedirsi di molte cose domestiche, et meglio prepararsi alle publiche, massime gli huomini di grande affare, et che hanno carichi, et governi; si come giuditiosamente finge un antico poeta essere stato ammonito in sogno un gran Re, à cui parve sentirsi dire che non conveniva à quelli che reggono popoli, et governano eseciti, dormire tutta la notte intiera, nella qual cosa alcuni de’ maggiori et più nobili gentil’huomini molto spesso s’ingannano, parendo loro che il non veder mai, come disse Sardanapalo, il sole nascente, sia cosa da’ pari loro, et che solo à i poveri artefici, per guadagnarsi il vitto cotidiano, sia necessario il levarsi à buon’hora. Ma la solicitudine è utile, et lodevole in ogni stato di persone, et per tanto il nostro padre di famiglia vi avvezzi discretamente il figliuolo, et per quanto si può, senza manifesta offesa, lo assuefaccia talmente ch’egli sia padrone del suo proprio corpo, et faccia il meno che si può giattura del tempo, della quale, come un savio dice, niuna è più grave.

Del dormire fra ’l giorno. Cap. XXII.

Quanto poi al dormir di giorno per toccare anchor di questo particulare una parola, alcuni huomini spirituali, hanno consigliato, che l’hora del dopo desinare, si assegni al riposo, et al sonno, percioche non si potendo à quell’hora, tanto vicina al cibo, ritornar alle solite operationi, massime dove la mente deve affaticarsi, cosa che fatta in quel