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LIBRO

l’ammonitione del padre, onde Iddio gli fece morire in un giorno ambedue per mano de Filistei, dellaquale historia facendo mentione san Gio. Chrisostomo in un luogo, dove parla notabilmente della educatione de i figliuoli, dice à questo istesso proposito contra i padri troppo indulgenti, che Helì fu cagione della ruina sua propria, et di quella de i suoi figliuoli. L’uno estremo adunque è la troppo indulgenza paterna, et una cotal compassione mal regolata, ò sia per impatienza di sentir piagnere i fanciulli, ò per troppa tenerezza verso loro, et senza dubbio questo estremo è dannoso, et merita riprensione. Sono poi nell’altro estremo alcuni altri padri di natura cosi subita, et collerica, et tanto si lasciano trasportare dall’impeto della passione, che per ogni leggier cosa battono i figliuoli fieramente come se fossero giumenti, et tale è la furia loro, et ne i moti di tutto ’l corpo, et nello sgridare, et nel rossore del viso, et nello sfavillar de gli occhi come di fuoco, che lasciando di dire, che bene et spesso maggior è il peccato che essi commettono correggendo, che non è quello che vogliono correggere; ma tacendo di questo, ne segue uno disordine notabile che il figliuolo molte volte resta cosi stordito, et attonito che non sente il frutto che doveria dalla correttione, anzi più presto impara ad esser iracondo, et furioso, con doppio incommodo.

Della mediocrità nel battere i figliuoli, et dell’amore et timor filiale. Cap. VII.

La mediocrità adunque è quella che si hà à tenere di battere à luogo et tempo, et moderatamente dando anco ad intendere al fanciullo secondo può esser capace, la cagione del castigo, si che conosca che non è battuto à caso, ma giustamente per demerito suo. Ricordinsi il padre et i maestri che le battiture sono medicina, et come tale deve esser data à tempo, et con misura, si che non offenda maggiormente che giovi, et devono battere con discretione et giuditio per medicar veramente l’anima del putto, che per il più suole peccare per ignoranza, et fragilità, et non è bene percoterlo in modo, che para che si voglia fare una vendetta, et più presto sfogare l’ira propria, che correggere lui. Usa il medico et del ferro, et del fuoco anchora, ma molto consideratamente, non con ira e sdegno, ma con compassione verso l’infermo, et con molto desiderio della sua salute, et si conduce à questi rimedii aspri quando i lenitivi non hanno più luogo. Et poi che questa similitudine della medicina è molto proportionata, seguitarò di dire, che cosi come l’uso troppo frequente delle medicine è nocivo alla sanità del corpo, cosi per mia opinione il troppo