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SECONDO. 122

presente à i nostri duelli, et ci arma della sua gratia, se riconoscendo la nostra debolezza, et diffidandoci di noi stessi, ci mettiamo nella onnipotente mano sua, perilche non dimandiamo di non esser tentati, ma di non esser indotti nella tentatione, cioè che non consentiamo per inganno, ò cediamo per debolezza alla tentatione, laquale Iddio permette per darci maggior corona, se, come è scritto, combatteremo legitimamente.


SETTIMA, ET ULTIMA PETITIONE. SED LIBERA NOS À MALO.

Nella precedente dimanda habbiamo chiesto à Dio, che ci guardi di non cadere nel male della colpa, quì lo preghiamo che ci liberi dal male della pena, cioè da tutti gli incommodi, calamità, et miserie, che affliggono questa nostra penosa vita. Et benche quasi naturalmente quando ci vediamo oppressi da alcun male siamo soliti ricorrere à Dio, deve però il buon padre ammaestrar il figliuolo à invocar Iddio nel tempo della tribulatione humilmente insegnandogli ad haver la principal cosa avanti à gli occhi la gloria, et l’honor di Dio, et però osservi di cuore, l’ordine che il celestial maestro hà stabilito in queste sette dimande, chiedendo prima la santificatione del nome di Dio, il Regno suo, l’adempimento della sua santa voluntà, et il rimanente che segue, et di poi supplichi di esser liberato dall’infirmità corporale, et altri mali simiglianti, rimettendosi sempre al beneplacito di Dio, ilquale solo vede perfettamente, et vuole il meglio dell’anima nostra. Et perciò principalmente debbiamo pregarlo che ci liberi da i mali dell’anima, che sono i peccati, et dalle insidie del malo, et perverso demonio, nostro capital nimico, et autor del peccato et nel resto debiamo esser pieni di buona speranza, che il nostro benignissimo padre, il cui occhio è aperto giorno, et notte sopra di noi non ci lasciarà perire, et non ci abandonarà. La onde il christiano deve esser risolutissimo di sofferir tutta la vita, se sarà bisogno, qual si voglia infirmità, et calamità, prima che ricorrere a i demonii, ò à gli incanti, et superstitioni, ò à qualunque altro mezzo, che sia con peccato et offesa di Dio. Sia adunque il nostro bene allevato figliuolo di generoso cuore, et sopporti con patienza le tribulationi, abbracciando virilmente la Croce dove si trova Christo. Et questa è la via diritta, et regia per laquale sono caminati alla gloria i santi, et il santo de i santi, di cui è scritto: Fu bisogno che Christo patisse, et cosi entrasse nella gloria sua. Et altrove dice la scrittura, Per molte tribulationi ci conviene entrare nel Regno di Dio, à cui piaccia per la immensa sua bontà, esaudire le nostre petitioni, et preghiere, et darci parte nel Regno suo, in compagnia de gli eletti suoi.