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SECONDO. 110

conditione molto necessaria in coloro che amministrano le cose publiche, et sono partecipi de i consigli de i Principi, altrimenti avviene non di rado, che una parola detta per lubricità di lingua, ò per vanità di mostrarsi conscio de i segreti de grandi, ruina uno importante negocio. Et però ben diceva l’Angelo al vecchio Tobia, et al figliuolo in questa sentenza, Il nascondere il sacramento, cioè il segreto del Rè, è cosa lodevole, et ben fatta, ma l’opre et le misericordie di Dio si devono rivelare, et publicare. Per tanto il nostro padre di famiglia, insegni al figliuolo à saper osservare la segretezza, dove et quando conviene, et non esser simile alle feminelle stolte, delle quali è molto peculiare la curiosità del voler sapere i segreti, et la facilità di scoprirli altrui. È celebrato nelle historie antiche un nobile fanciullo Romano, che importunato dalla madre curiosa, d’intendere quello che si fosse deliberato nel consiglio, seppe accortamente celare i negotii uditi da lui in Senato; lo sparlare inconsideratamente, et dir tutti i fatti suoi, et quei d’altri ad ogni proposito, è cosa da imbriaco, si come la scrittura santa dice, Non è segreto alcuno dove regna la ebrietà, et finalmente gli huomini di questa natura, perdono gli amici vecchi, et non ne acquistano de novi. Tenga adunque il nostro giovanetto à memoria quel detto del savio nello Ecclesiastico, Qui denudat arcana amici fidem perdit, et non inveniet amicum ad animum suum, ciò vuol dire, chi scuopre i segreti dell’amico suo perde la fede, cioè perde il credito, cosi appresso il primo amico à cui non hà servato la fede, come appresso gli altri, che non si fidaranno di lui, onde segue, che non trovarà amico, secondo l’animo et desiderio suo.

Dell’obligo di restituire la fama tolta. Cap. CXXVII.

Dice la divina scrittura parlando del soverchio bere, che il vino si beve con gusto, et descende suavemente, ma nel fine morde come serpente, questo detto si può moralmente applicare ad ogni peccato, ma per hora ce ne serviremo al proposito nostro della detrattione. È cosa gustosa à molti di gusto depravato, et che bevono la iniquità come acqua fresca il detrahere alla fama altrui, et si fa con gran facilità, ma non si pensa all’amaro sapore che resta dipoi di restituire la fama tolta, la qual parte ho riservata nell’ultimo luogo per sigillo di tutto questo ragionamento, acciò il padre di famiglia imprima efficacemente nell’animo del giovanetto, quanto sia stretto il nodo, che ci obliga alla restitutione dello honore, et fama. Et s’è vero, come è vero, et ne habbiamo detto di sopra