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LIBRO

duce, nè maestro, nè principe, et pur nella state si prepara il cibo, et congrega nel tempo del metere, con che possa poi nutrirsi. In sin quanto ò pigro dormirai? quando ti svegliarai dal sonno? Ecco mentre tu dormi un poco, et poi sonneggi un’altro poco, et stai con le mani giunte, ecco dico l’inopia ti arriverà addosso all’improviso, come un viandante che corre per le poste, et ti assaltarà come un’huomo armato. Volendo dir Salomone, che il pigro non havrà poi schermo, nè riparo contra la povertà, non altrimenti che un disarmato, colto all’improviso, contra un Cavaliere armato. Et seguita poi la sacra scrittura dicendo:

Ma se sarai diligente, et sollecito, verrà la messe, et la ricolta tua come un fonte, et la povertà fuggirà lungi da te; con le quali parole ci insegna il savio, che l’huomo nimico di pigritia raccoglierà frutti abondanti, et copiosi, come da un fonte. Il medesimo Salomone parlando pur del pigro in un’altro luogo dice cosi:

Passai per il campo dell’huomo pigro, et per la vigna de lo stolto, et ecco ogni cosa era ripiena d’urtiche, et le spine haveano coperta tutta la superficie, et il muro era caduto per terra, il che havendo io veduto mi posi à pensarvi nel cuor mio, et dall’esempio altrui, imparai util dottrina. In sin qui Salomone, le cui parole ci danno ad intendere, che i campi, et le vigne de gli huomini pigri diventano inculti, et selvaggi, et non rendono il frutto debito. Et quantunque lo Spirito Santo in questi, et altri simili luoghi pretenda insegnarci più alta dottrina, cioè del male stato delle anime inculte di virtù, et inselvatichite ne i vitii, nondimeno il senso literale et morale, è questo che detto habbiamo, in detestatione della pigritia, et trascuraggine di molti.

Sermone del salvatore contra la soverchia sollecitudine delle cose temporali. Cap. CXI.

Ma contra la soverchia sollecitudine delle cose temporali, la quale ci desvia dal servitio di Dio, et ci immerge totalmente nel fango dell’amor terreno, non mi par poter allegar luogo più à proposito, che un notabile sermone del Salvatore registrato in san Mattheo, ilquale se bene ci è proposto dalla Chiesa santa in certi tempi dell’anno, et è assai noto à tutti, nondimeno perche questo è un male molto commune, tanto che par che tutte le fatiche et industrie de gli huomini, etiandio delle professioni più nobili, si riducano à i commodi di questa breve, et caduca vita, et per acquistare, come vulgarmente si suol dire, da mangiare, et perche mi par vedere che nel sermone sudetto il Signor nostro s’affatichi, per dir cosi, di estirpare da i