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SECONDO. 86

et lo renda maggiormente obtuso et inetto alle operationi sue proprie, che il vitio della dishonestà; onde sino a i filosofi, et scrittori gentili hanno inteso, et detto, che gli huomini studiosi, et che vogliono darsi alle speculationi, conviene che si astenghino dalla crapula, et dal vino, et dalla lussuria. Hor quanto più deve astenersi il Christiano, che conosce non solo i danni et nocumenti temporali, et sensibili di questo peccato, ma i spirituali et eterni, cioè la disgratia di Dio, la morte della anima, et la pena sempiterna dell’inferno, ne i quali mali horribilissimi s’incorre per una sola semplice fornicatione, perilche è molto da maravigliarsi, che dalla bocca d’un christiano escano parole tali, quali spesse volte si odono, è giovane, lasciatelo fare, come che dicesse, lasciatelo sommergere, lasciatelo uccidere se medesimo; ma dall’altro lato è da maravigliarsi meno, che alcuni sentano, et parlino in questa guisa, poi che come è detto il fumo tenebroso della libidine ottenebra l’intelletto, anzi si perviene da alcuni a tal grado di cecità, che misurando tutti gli altri da se medesimi ardiscono di dire bestemmie, et non solo non credono che si viva, ma reputano per impossibile che si possa vivere castamente, et da questa tale credenza è poi un brevissimo transito all’heresie, et a molte heresie, come ne habbiamo tanti, et pur troppo chiari essempii a nostri tempi. Adunque sappia il nostro buon padre di famiglia, et tenga per cosa indubitata, che se per estirpare i semi di alcun vitio et piantar alcuna virtù nell’animo del giovanetto, conviene esser sollecito et cominciar a buon’hora, in questo particularmente di che trattiamo, conviene esser sollecitissimo perche è certo et per ragione, et per esperienza che questo nimico quando per tempo comincia ad esser vinto, diventa sempre più debole, et perde quasi del tutto le sue forze; dove per contrario se da principio ha cominciato a gettar per terra il misero giovane, diventa il vitio cosi gagliardo, et il vigore dell’anima tanto fiacco che è cosa difficilissima et rarissima il poter risurgere, et quando pur per singular gratia di Dio si risurge, non si fa senza fatica grandissima, et con sudore di sangue, per cosi dire, imperoche l’ardore della carne, abrucia, et stimola con maggior vehemenza quelli che maggiormente l’hanno esperimentata, etiandio che sia stata lecitamente nel santo coniugio, et però i padri hanno chiamato la continenza, et castità de i vedovi laboriosa, la dove i vergini che mai non sono stati gettati per terra da questo nimico intestino, lo sentono men feroce, et più facilmente con la divina gratia gli fanno resistenza.