Pagina:Antoniani - Educazione christiana dei figliuoli.djvu/191


SECONDO. 79

le molte commodità domestiche, molti servitori, molte carezze, et adulationi, et maggior facilità di haver ciò che vogliono, che se ben da principio sono desiderii fanciulleschi, crescono con gli anni, et vengono à tale, che se non sono ubiditi à cenno, prorompono in grande ira, et dicono villane parole, et sono intollerabili a i famigliari, et a i vassalli, et niun servitio aggrada loro. Et però avvenzinsi à buon’hora ad esser ubidienti, et a star contenti à quello che si dà loro, et à chiedere le cose non con imperio, ma con modestia, et timore, et à renderle volentieri quando à bello studio il padre, et la madre le richiede, et a sofferir di non esser sempre compiaciuti. Crescendo poi la capacità del fanciullo gli dimostri con ragioni la bruttezza dell’ira immoderata, laquale è chiamata da i savii furor breve, perche veramente un’huomo preso da vehemente collera, non usa di ragione, ma è a guisa di un pazzo furioso, onde il viso è pieno di un rossore di sangue, gli occhi sfavillano come fiamme, spuma la bocca, non trova luogo, et fa co’l corpo moti diformi, et grida et dice e fa cose delle quali, restinto quello ardore, ha grandissima cagione di pentirsi. È l’ira passione naturale, et perciò utile, et tal volta anchora necessaria per operare con un certo vigore, et vivacità molte attioni virtuose, et per saper riprendere, et castigare i falli de i soggetti quando fa bisogno, et insurgere contro a i vitii, onde i filosofi hanno chiamato l’ira, cote de la virtù, che arruota, et aguzza la virtù, non altrimenti che la cote il coltello; onde non si dice che avvezzi il fanciullo a esser stolido et stupido, ma a saper temperare l’impeto dell’ira, si che ella sia serva, et ministra, et non padrona della ragione, altrimenti non è cosa più intolerabile d’un huomo iracondo, et ciascuno fugge di trattar et conversar seco, et cosi ce ne eshorta il Savio ne i proverbii dicendo: Non esser amico d’huomo iracondo, et non pratticar con huomo furioso, aggiungendo che non è senza pericolo che si appicchi quel mal costume di adirarsi, onde si incorre poi in mille scandali, et disordini gravissimi, oltre ch’è cosa molto difficile conservarsi amico di tal huomo che per ogni leggiero incontro si rompe, et prorompe in indegnatione.

Quanto sia giovevole, et grata la mansuetudine. Cap. LXXIX.

Ma per contrario dimostri il padre al figliuolo quanto sia bella, quanto grata à Dio, et a gli huomini, la virtù della mansuetudine; un huomo piacevole, et mansueto attrahe i cuori di tutti ad amarlo, et maggiormente se questa virtù è in un nobile, ch’è come gemma in oro, et riluce tanto più,