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SECONDO. | 77 |
che altrui s’accorga, che se gli porta rispetto, come per esempio dicendo, perdonatemi io dirò il mio parere, potrei ingannarmi, ma a me par che la cosa stia in tal modo, salva sempre la verità, salva la gratia vostra, et in altre tali forme di dire, et più presto aggravando se medesimo che il suo compagno; non apporta nocumento alcuno il dire di se stesso, io non seppi ben dire, io non fui avvertito di ricordarvi la tal cosa et simili; ma ben per contrario può offendere il dire, voi non mi havete inteso, voi non vi sete ricordato di far questo et quello. Della qual creanza et modestia del parlare ragiona, se la memoria non m’inganna, il libretto chiamato Galateo, come anchora di molte altre cose che sono utili a sapere, et è espediente che il nostro educatore le osservi, acciò il suo fanciullo sia da ogni parte ben costumato, percioche se bene lo scopo di questo nostro trattato, è di trattare principalmente della educatione come christiana, nondimeno non si esclude la costumatezza morale, anzi si desidera, et si persuade, come più d’una volta si è detto, et però dove in questo io fossi meno diligente, mi rimetto à quelli che ne scrivono più copiosamente. Concludendo adunque dico esser verissimo quel proverbio vulgare, che l’honore che ad altrui si fa di parole, o di fatti costa poco, et vale molto, et tanto più vale, quanto maggiore è l’honorante, et certo è cosa degna di consideratione, che con prezzo cosi facile come è una salutatione amorevole, un lieto viso, una piacevole accoglienza, un chiamar per nome, et simili cose, si compri una merce cosi pretiosa, come è il cuore, et la benivolenza de gli huomini, et perciò il nostro padre attenda à cultivar l’animo tenero del figliuolo, acciò non naschino in lui spine di rusticità, et di superbia, ma fiori suavissimi di humanità, et di piacevolezza.
Del quinto precetto, non occidere. Cap. LXXVI.
È cosa horribile pur solamente a pensarvi, che l’huomo per sua natura mansuetissimo venga a tanta fierezza, et bestialità che ammazzi un’altro huomo simile a se, et corra come il Salmista dice velocemente a spargere il sangue del fratello suo, percioche per disgiunti che siamo di parentado, ò di natione, tutti però siamo consorti d’una istessa natura, et figliuoli d’uno istesso celeste padre, nella cui casa, et delle cui copiose sostanze tutti viviamo; et tutti dopo questa breve peregrinatione aspettiamo da lui la medesima heredità in cielo, della quale etiandio quelli che sono diversi da noi di fede, et di religione, sono in quanto huomini ragionevoli, et di libero volere capaci, et possono quando da lor non manchi di accettar la fede, et ricevere il santo Battesimo esserne partecipi. Et veramente