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SECONDO. | 75 |
indebitamente, o si usurpa alla Chiesa è fuoco d’inferno, che consuma le altre facultà, et che più importa, abrucia le anime.
Come sia grave peccato la meledicenza contra i superiori, massime ecclesiastici. Cap. LXXII.
Ma grave peccato et sopra modo opposto a questo precetto dell’honore, si commette contra i superiori, et in spetie, contra gli Ecclesiastici con la meledicenza, et detrattione, et mormoratione, delle quali se bene altrove si haverà a discorrere in generale, non posso nondimeno contenermi, di non farne alquanto di querela, hora che parliamo dello honore debito a i nostri superiori, massime Ecclesiastici, per esser questo un peccato, dove molti facilmente traboccano, con grande offesa di Dio, ilquale nell’antica legge ce ne lasciò prohibitione espressa dicendo; Diis non detrahes, et principi populi tui non maledices, cioè, Non detrarre alli Dei, et non maledire il principe del popolo tuo; et per li Dei s’intendono i sacerdoti, per l’eccellenza del grado et offitio loro, onde si dimostra quanto debbiamo star loro soggetti, et obedienti , et non volerci arrogare la giudicatura, et lo sindacato delle attioni loro, percioche non è offitio della pecorella giudicare, ma seguitare il pastore. Non oda adunque giamai il figliuolo dalla bocca del padre, cosa che gli dia scandalo verso i sacerdoti, anzi più presto per il contrario, oda cose, che lo invitino a veneratione, et rispetto, si che non sia giamai del numero di coloro, iquali si prendono diletto di sparlare delle persone religiose, et padri spirituali, imitando il pessimo Cam figliuolo di Noè, che con riso, e scherno, rivelò a i fratelli che il vecchio padre giaceva ebrio, et nudo, ma imiti più presto gli altri due figliuoli benedetti dal padre, i quali con le vestimenta proprie senza punto guardarlo lo ricopersero. Et questo si dice, se pur tal volta avvenisse che il religioso fosse men che buono. E degnissimo in questo proposito di memoria, et d’imitatione quel detto del christianissimo Imperador Constantino il Magno, appresso ilquale accusandosi, per humane passioni, alcuni Vescovi tra di loro di varie colpe, egli rigittando da se non pure il giuditio, ma l’intender solo cose tali, di huomini che tengono il luogo di Dio in terra, disse loro queste parole fra l’altre, Se io vedessi un sacerdote cadere per superchia fragilità in un pericolo di carne, con il mio manto di porpora lo ricoprirei, acciò non fosse veduto da alcuno.