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SECONDO. 66

cosa è il farlo, et confessarsi attualmente, percioche nel sacramento della confessione, non solo è mondata l’anima da i peccati commessi, ma acquista come altrove si è detto, virtù, et fortezza, di resistere alle tentationi, et di non cader cosi facilmente per l’avvenire. Et però confessisi il buon padre, et faccia far l’istesso al figliuolo quantunque piccolino, con quella modestia, et compositione di corpo, dellaquale si diede ricordo più di sopra, acciò crescendo, cresca con questo santo habito.

Più in particulare del modo di stare alla messa, et di alcune divote, et christiane creanze. Cap. LXI.

Dopo la riconciliatione fatta con Dio nella santa confessione, essendo l’anima bella nel cospetto del suo creatore, che l’ha ripiena di gratia, più accette saranno le nostre orationi, et di maggior frutto, et merito ogni santo esercitio che noi faremo. Et perche l’udir messa è obligo principale del giorno festivo, come s’è detto, se ben di sopra si è toccato in generale con quanta divotione, et riverenza convenga complire a questo debito, tuttavia in questo luogo mi par a proposito, descendere più al particulare, acciò il nostro buon padre sappia, et per se medesimo, et per il figliuolo, la vera creanza christiana in questa parte, non per apparir esteriormente, ma per piacere interiormente à gli occhi di Dio con sincerità di cuore, dando insieme edificatione a i prossimi.

È adunque da sapere, che la Messa in tutte le sue parti, è una rappresentatione della passione, et morte di Giesù Christo crocifisso, et non ci è parola, nè gesto, nè cerimonia alcuna, che il sacerdote faccia, che non sia piena di misterio, quivi il sacerdote prega per se, et per tutto il popolo, et per i vivi, et per i morti, et come ambasciatore del popolo fidele assistente, et di tutta la Chiesa, tratta con Dio negotii importantissimi, quali non si trattano con Re alcuno sopra la terra; per tanto se ben il christiano semplice non intende cosi distintamente quei misterii deve però star con grandissima attentione, accompagnando con divoto affetto l’intentione, et l’operatione del celebrante. Et prima si deve star a tutta la messa intiera, et ginocchioni da principio al fine, eccetto quando si legge il santo Evangelio. Anticamente era usanza, tutte le Domeniche dell’anno, et nel tempo pascale, che corre da Pasqua di resurretione sino alla Pentecoste, star alla messa, et far oratione in piede, in memoria della resurretione et trionfo del Salvatore, ma hora questa consuetudine non si osserva generalmente, et considerato la molta facilità nostra, in distrahersi dalla attentione