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LIBRO |
Delle altre cose che si hanno à fare, dopo essere entrati nel tempio del signore. Cap. LX.
Entrati in Chiesa, prenda il padre l’acqua benedetta, ò vero santa, et asperga se stesso, et il figliuolo dicendo quel versetto del salmo: Asperges me Domine hysopo, et mundabor, lavabis me, et super nivem dealbabor, cioè aspergimi Signore, con l’hisopo, che è una herbetta di molta virtù, et significa Christo nostro redentore, co’l cui sangue chiediamo d’esser aspersi, et purificati, et però seguita la sentenza del versetto, lavami Signore, et sarò più bianco che la neve. Ha da sapere il padre, che l’acqua benedetta ha virtù di cancellare le colpe minori, et veniali, nelle quali per la molta fragilità nostra cotidianamente incorriamo, et però si deve assuefar il fanciullo à riceverla con riverenza, et à suo tempo deve esser instrutto di questo effetto salutifero, della remissione de i peccati veniali, ricordandosi della passione, et sangue di Christo, nelquale, et per ilquale habbiamo ogni remissione. Ci riduce anchora à memoria il fonte dell’acqua santa, quel fonte del santo battesino dove perfettissimamente fu mondata l’anima nostra, et perche non habbiamo conservato, quel candore, et purità, anzi ci siamo imbrattati con molte macchie di peccati, però ci conviene con lagrime et sospiri, pregar speese volte Iddio, che ci lavi.
Dopo questo vadino avanti il santissino sacramento, et con ambedue le ginocchia chinate in terra, con gli occhi bassi, et con le mani giunte et con ogni compositione di tutto il corpo, divotamente faccino oratione, dicendo ad honore della Santissima Trinità tre volte il Pater, et l’Ave Maria, et il simbolo Apostolico, ringratiando interiormente Iddio, che per sua benignità siamo christiani, et fideli, et pregandolo che ci dia aiuto, acciò con l’opere, et con gli effetti istessi possiamo corrispondere a cosi alta vocatione, et adempire gli oblighi di buon christiano.
Et perche la Chiesa Santa è come una spetiaria celeste, dove sono medicine mirabili, et efficacissime per sanar tutte le infirmità dell’anima nostra, per tanto il buon christiano, che considerarà le molte piaghe dell’anima sua, ricevute in tutta la settimana, non sarà pigro, almeno il giorno di Domenica, à procurar il rimedio per mezzo del sacramento della penitenza, perilche è instituto molto laudabile, et fruttuoso il confessarsi ogni Domenica. Et è stato alcun Theologo di grande autorità nelle scuole, che ha detto esser obligato ciascun christiano, sotto pena di nuovo peccato, ad haver il giorno Dominicale contritione, et dolore de’ suoi peccati. Ma come si sia, che per hora non ci occorre disputarne, sicurissima, et utilissima