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Del terzo precetto, ricordati di santificar il giorno del sabato. Cap. LIII.
La natura istessa, et una tacita legge che Dio ha scolpita ne i nostri cuori ci ammonisce, non esser cosa giusta, che il tempo pretioso che noi habbiamo, tutto si spenda per sostentar questo nostro fragile, et caduco corpo in varie occupationi, et esercitii terreni, ma che alcuna parte del tempo si deve assignare particularmente alle cose divine, occupandoci pia et religiosamente nella contemplatione di Dio, et nel rendere il debito honore à S. D. Maestà, non solo con l’affetto interiore ma con il culto esterno anchora. Questo obligo naturale, ci riduce à memoria il terzo precetto della legge con quelle parole: Ricordati di santificare il giorno del sabato, dove vediamo che a quello antico populo, fu determinato, et prescritto il giorno del sabato, acciò riposandosi dalle fatiche corporali, potesse liberamente co’l corpo, et con lo spirito servire a Dio. Et perche questa parte del precetto, che tocca a rendere honore, et culto a Dio, più nel giorno del sabato, che in altro dì della settimana, non è precetto naturale, et perpetuo, ma cosa, pertinente a i riti, et cerimonie di quella legge, et per consequenza variabile, per tanto al tempo della nuova legge quando essendo venuto al mondo Giesù Christo, Salvator nostro, Sole di giustitia, et di verità gia non dovevano haver più luogo le ombre, et le figure antiche, gli Apostoli del Signore per instinto de lo Spirito santo, deputorno un’altro giorno, cioè il primo de i sette della settimana, et fu chiamato Dies Dominica, che tanto vale, come giorno del Signore; che se bene tutti i giorni sono di Dio, nondimeno vien nominato cosi, perche spetialmente è dedicato, et consecrato al culto divino. Era veramente il misterioso giorno del sabato, il cui nome che vuol dire requie, et cessatione, ricordava che Iddio è creatore del Cielo, et della terra, ilquale havendo finita questa mirabile, et bella machina del mondo, et delle creature, si riposò il settimo giorno. Voleva anchora Iddio, che il sabato, fosse un memoriale, à quel popolo duro, et ingrato della sua liberatione dallo Egitto; ma più altamente adombrava il misterioso sabato, della redentione del genere humano, quando il nostro gran liberatore, ilquale da più crudele Faraone, et da più aspra servitù ci ha liberati, vinta la morte, et colui che haveva l’imperio della morte, cioè il demonio, si riposò dalla grande opra, che era di haver rifatto, l’huomo disfatto per il peccato, et la Domenica poi, risuscitò glorioso, et immortale, et quindi ascendendo vittorioso, et trionfante al cielo, aprì a noi la porta del perfetto sabatismo nella eterna requie.