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SECONDO. 50

se stesso, et ne gli altri la mercede, et il castigo, della obedienza, et della inobedienza; senta spesse volte il padre commendare il Prencipe, et i Governatori, che mantengono la giustitia, et provedono a tutti, come padri communi, come si dirà più basso, et quando tal’hora occorrerà al padre di esercitare alcun offitio publico, ò far qualche cosa secondo l’ordine delle leggi, ne avvertisca il figliuolo, et si dimostri di fare quello che egli fa, con lieta, et pronta voluntà per ubidire come deve, al prencipe, et alle leggi, acciò il figliuolo anchora si renda bene affetto a fare il medesimo non giudicando, ma obedendo a i suoi superiori. Il che quanto necessaria, et salutifera cosa sia, le calamità de’ nostri tempi, le molte rivolutioni di stati, le ribellioni dè popoli, disprezzatori delle leggi divine, et humane, pur troppo apertamente ce lo dimostrano. Et tanto basti per hora, poiche alcun’altra cosa pertinente a questa istessa materia, si havrà nel precetto dell’honorare i parenti.

Del primo precetto. non havrai dei alieni. Cap. XXXI.

Discorriamo brevemente per i dieci commandamenti, à fine di cavarne alcuna instruttione di prattica, come nell’instituto nostro richiede. Dico adunque che un solo è il vero Iddio, creatore del Cielo, et della terra, come si disse di sopra nel Simbolo Apostolico, ilquale Iddio è la prima, et somma, et infallibile verità, et però à lui si deve prestare ogni credenza, questo Iddio è onnipotente, benignissimo et prontissimo à farci bene, et però in lui debbiamo collocare ogni speranza, questi finalmente è un abisso d’infinita bonta, onde è ben giusto che lo amiamo con tutto il cuore, talche sotto questo precetto vengono le tre virtù, chiamate Theologali, fede, speranza, et carità, senza le quali, non possiamo piacer à Dio, nè ottenere la vita eterna. Hora è da sapere, che il precetto della legge antica, che dice cosi, non havrai nel cospetto mio Dei alieni, contiene in se due precetti, l’uno de i quali ha forza di commandare, et l’altro di prohibire, et tanto è come se dicesse, Renderai sommo honore a me vero Iddio, et non à i falsi Dei. Quanti siamo gli oblighi che habbiamo di amare, et riverire questo grande, et ottimo Iddio, si è detto di sopra à bastanza, quanto apperteneva alla nostra materia, nella esplicatione del Simbolo Apostolico. Attenda adunque il buon padre, à ricordar a tutte le hore al figliuolo, il timor santo, et l’amor di Dio, poiche à tutte le hore anchora anzi ad ogni momento, piovono sopra di noi le gratie, et beneficii suoi, et ogni creatura grida, et ci invita ad amarlo, et honorarlo. Riempia il fanciullo d’una