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654 antologia poetica provenzale


Llueix, llueix enfi per l’hermosa donzella
L’alba del casamenti
Esperant son galan, ben dolsa cantarella
Pels ayres descapdella....
Mentres mira, en son dit, l’anell del jurament.
Mes que fa son promés! Còni tòga sa vinguda?
Lo cel s’es embromat...
Pluineja en l’espay... l’Agly ja ’s fa llenguda...
Cóm podrà trevessar sa danyosa crescuda.
Si no ven aviat?
En lo cel, s’acercant, ja dos boyras estranyas
S’escometen ab rabia y ’s posan à brallar;
Tant bon punt coni lo llamp ne sali de llurs entranyas.
Ronca y retrony lo tró, trossejant las montanyas,
May parant de dallar.
Dels córrechs, ab rauchs brams, las ayguas tant fressosas
Baixan, grogas de fanch: lo horrorós botàs


Splende, già splende per la bella l’alba delle nozze. Aspettando il suo galante, ella innalza nell’aria una ben dolce canzone mentre guarda al suo dito l’anello del giuramento. Ma che fa il suo promesso? Perchè non viene ancora Il cielo s’é coperto di nubi, pioviggina nello spazio, l’Agly rumoreggia. Come potrà traversare la piena devastatrice, se non arriva tosto? Nel cielo, s’accavallano già spesse nubi, s’agitano furiosamente e si mettono a brontolare, e al momento in cui la folgore zampilla dalle loro viscere, rauco rimbomba il tuono, devastando le montagne e colpendo senza pietà. Dei torrenti, con rauchi scoppi le acque muggenti, straripano gialle di fango, e l’orribile piena.