Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
576 | antologia poetica provenzale |
ES LA PREJEIRO DAU SERO.
El clouchei, le ban-ban se mouris gentamen;
Diens l’aer acò n’is ma justainen ’no fresido.
Noutro liso s’eicond toto diens la brounsido,
Mas lé tion... acò is l’oro dau prejamen.
Lé neutre Juste quouro un troupelou de fillias.
Riban blu au pitras, elianto el métan dau cur;
Coumo iéu, vautris mai, èurias creigu segur,
Eusi d’èucés, l’èitiéu. piencas sèut las ramilhas.
Las ceras fan ’n eigoutadis tour dau mouchou:
Lou dei, en surpelis blanc, poyo ès la chadeiro.
Tiro soun caletou nei, e dis la prejeiro,
Dau mentre que fumeìro alin ’n encensadou.
ALLA PREGHIERA DELLA SERA.
Verso il campanile la soneria muore a poco a poco; nell’aria non ne resta più che un fremito. La nostra chiesa sparisce nell’ombra della sera, ma, accendono... è l’ora della preghiera. Vi entro giusto nel momento in cui uua piccola schiera di fanciulle, col nastro azzurro sul petto, canta in mezzo al coro. Come me voi altri certo avreste creduto di udire gli uccelli, in estate, appollaiati sui rami. I ceri fanno un mucchio di gocce attorno allo stoppino. Il vicario, in camice bianco, monta sull’altare, si toglie la piccola calotta nera e dice la preghiera, mentre laggiù fuma un incensiere.