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antologia poetica provenzale | 573 |
Parei le san*; de d’uno Masso.
En le métan d’eiboulhadis,
Ount creiscis pus ma d’eiredis,
D’aigo sourtis de ’no crebasso
Vès le quartei de ros partis.
Soubre que lous ros de las cimas,
Us de queirous, us de redonds,
En clias lió que traucon las brimas,
D’aigo le riéuvialo en lagrimas...
Adoni), ause «pura» las fouonts!
«Puro, fouonteto,
Soubre toun rò;
Beliau, paureto,
Rèi ras demo!
E précò, diens la pinatello,
L’aigo crouchado, lé redélo:
Un cop se aratro, un cop s’elcond,
Gaito, clareto e barantello...
Adoun. ause rèire la fouoilt!
Simile al sangue d’una ferita, in mezzo agli scoscendimenti ove non cresce più che la mortella, l’acqua esce da un crepaccio nel fianco di roccie piene di fenditure. Su queste roccie delle creste, alcune angolose, altre arrotondate, che forano le nubi, l’acqua vi scorre in lagrime... Allora io sento piangere le sorgenti! Piangi, piccola fonte, sulla tua roccia, forse poveretta, riderai domani. E poi nella pineta, l’acqua riunita vi scorre, ora mostrandosi, ora nascondendosi, gaia, chiara e danzante: Allora sento ridere la sorgente.