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572 | antologia poetica provenzale |
R. Michalias
(1844).
VOUES DE LAS FOUONTS.
Noutro mountagno, embei soun riéu,
Is tau ’no bèitio ben peissado;
De ployo emai d’eivar s’embiéu,
E fouoojo avo un lat argentici!
Fa d’aquelo aigo qu’a massado.
Quouro is le sèu biéura de fouons,
Tet l’amo dati riéu en ricoualho....
Ardis, la molo que trebalho!
Ardis mai! l’aigueto que pialho
Totèms. mas que ràyon las fouonts!
D’aquelas fouonts! Las ame vèire
Naisse; de contro, lé me gèire;
E quouro tome bada lou’ és,
Proumeiras l’ause. e m’is de crèire
Que vau coumprene liouras vouès.
LA VOCE DELLE SORGENTI.
La nostra montagna col suo ruscello, è come una vacca con buone mammelle, s’impregna di pioggia e di neve, e dà in abbondanza un latte argenteo, fatto di quell’acqua che ha raccolto. Quando il suolo è ben abbeverato, tiene in riserva l’anima del ruscello. Avanti! la mola lavora, avanti ancora! l’acqua che chiacchera continuamente, se scorrono le sorgenti. Oh! le sorgenti! io amo vederle nascere, presso di loro adagiarmi, e quando riapro gli occhi, sono desse le prime che sento e credo che comincio a comprendere le loro voci.