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554 | antologia poetica provenzale |
Abaura agacham tristamen
La plassa bouida alai e nous pareis pus bela.
Ni leu nimais facilamen
Se tournara garnir. Nostr’afeciu fedela
E nostra generousa ardour
Lou troubaran a dir, obe, lou valen mestre 1
Del niens d’aquel ensenhadour,
Patriota e saben, chantadour ernais pestre,
L’eisemple nous sierv d’ideial.
Lou dizian gaire adrech pels afars: coumairatge!
Amasset un tesaur al cial
E laissa a sa patria un superbe eretatge.
Mescounegut e qualitous
Incarnet soun paìs mesprezat e charmable;
N’es lou Verb vigourous e dous.
Aici-sen loij chami per se fuguet penable;
Auguet sous Judas, sa Passiu
Couma Lou que seguia; mas tabe soun calvari
Ora noi guardiamo tristamente il posto vuoto laggiù e ci sembra più grande. Nè presto, nè facilmente sarà riempito. SI, mancherà il valente maestro al nostro fedele affetto, al nostro generoso ardore, ma almeno di quella guida, patriota e sapiente, prete e poeta, l’esempio ci serve d’ideale. Si diceva che fosse poco esperto negli affari, chiacchere I Egli riunì un tesoro in cielo e lascia alla sua patria una ricca eredità. Incompreso e valente, egli incarnò il suo paese disprezzato e bello, ne è il Verbo vigoroso e dolce. Quaggiù la via fu difficile per lui, ebbe i suoi Giuda e la sua Passione, come Colui che seguiva, ma il suo Calvario