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antologia poetica provenzale | 459 |
Passat la festa, l’entarrada;
Sa caissa retrai au printems,
Sa bela prima estravacada!
Per acò 1 de que devenem!
Ai! ai! plou, e lou marin boufa,
Tout clena jout soun van frechàs;
De ploja e de plours tout repoufa,
Dins lou douquié sousca lou clas.
Es agandida au cementeri;
Lou clerjat ie parla de Dieu:
Grave parla plen de misteri
D’aquesta vida, triste adieu!
Aco’s finit 1 Porrà palada
Dins lou eros sourne reboumbis;
Au founs de l’ama estoumacada.
Lou tust senistre ressountis.
Dopo la festa, il seppellimento; la sua bara somiglia alla primavera, la sua bella primavera sparita per sempre. Ahimè, che n’è di noil Ahimè 1 piove e soffia il vento marino, tutto piega sotto la sua furia fredda; di pioggia e di pianti ogni cosa è piena, nel campanile singhiozza il vento. Ella è giunta al cimitero, il clero le parla di Dio; linguaggio grave, misterioso, triste addio di questa vita. È finita! l’orribile palata di terra risuona nella buia
fossa, in fondo all’anima oppressa, l’urto sinistro si ripercuote.