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420 | antologia poetica provenzale |
Gustave Bessìere
LOS BARCOS DE POPIÈ.
Uno barco blonco possabo
Ol fiol de l’aio, en saiitejen.
Mai d’un poi’san en l’ogojen,
L’aurio boulgudo sègre ol pois ount onabo.
Dins los bilos rijos d’orjen.
— Ah! disio lou jougue lauraire,
S’èri menut et prou laùjiè,
Me pendrios be per possojiè;
Oici trimen belcop et nous pagou pas gaire;
Se gonho matt o l’estronjiè.
Lo pastro disio: Barco lesto,
Dins lou pois encan tu bas
Las filhos faii pas lou debas;
De pu lèdos que iou 11 fèrou de counquestos,
Los que s’en bau s’en plonjou pas.
LE BARCHE DI CARTA.
Una barca bianca passava, alla superficie dell’acqua, saltellando. Più d’un contadino guardandola, avrebbe voluto seguirla nel paese ove andava, nelle belle rive d’argento. Oh! diceva il giovane lavoratore, se fossi piccolo e assai leggero tu ben mi prenderesti per passeggiere. Qui noi lavoriamo molto e non ci pagano. Si guadagna di più all’estero. La pastorella diceva: Barca rapida, nel paese ove tu vai, le ragazze non fanno la calza, più brutte di me vi fecero delle conquiste. Quelle che vanno via, non se ne pentono.